
L’inchiesta del Ministero pubblico sulla casa anziani di Sementina, per cui sono indagate tre persone per omicidio colposo e contravvenzione alla Legge federale sulle epidemie, prosegue nel massimo riserbo. Le bocche restano cucite, sia da parte del Municipio di Bellinzona, che dai responsabili della struttura (sotto inchiesta sono finiti il Direttore generale e la Direttrice sanitaria). Seppur estraneo all’indagine in corso, Franco Tanzi, medico geriatra e coordinatore del gruppo di lavoro nelle case anziani istituito dal Cantone, presume che non vi siano state violazioni, racconta ai microfoni di Radio 3i. “Per quanto ne sappia non c’è stata alcuna violazione delle norme emesse dall’Ufficio del medico cantonale. Ci eravamo trovati il 14 marzo, assieme anche alla responsabile dell’istituto di Sementina, per cui sono convinto che fosse pienamente consapevole delle norme e che queste siano state applicate”. Tanzi riconosce tuttavia che l’istituto bellinzonese abbia registrato un alto numero di decessi (21 in totale): “Su 68 case di risposo, ne abbiamo avute 39 che non sono state coinvolte dalle infezioni. Quella di Sementina è dove le cifre stridono un po’ di più, questo è vero”.
“Mai detto di non ricoverare gli anziani in ospedale”
Il medico tiene comunque a ribadire che non c’è mai stata la proibizione di ricoverare i residenti delle case anziani negli ospedali. “Non è mai stato detto” sottolinea Tanzi. “Anzi, nell’algoritmo che avevamo discusso insieme ai medici delle quattro regioni del Cantone è stato detto che si doveva vagliare attentamente la situazione, nell’interesse del paziente, se questi doveva essere ricoverato”.
Attualmente non si giustifica una chiusura delle case anziani
Dopo una chiusura durata mesi, le case per anziani hanno riaperto da poco le porte ai visitatori, con chiare e definite regole. Nonostante l’aumento dei contagi, le autorità attualmente non stanno pensando di fare un passo indietro. “La riapertura è stata fatta in modo prudente” specifica Tanzi, secondo cui l’aspetto più interessante per i visitatori è stata quella di poter andare incontro ai propri famigliari nella camera. “Al momento non si giustifica una chiusura, ma è chiaro che tutto è in evoluzione” precisa il medico. “Attualmente abbiamo un solo paziente affetto da Covid, ma in modo asintomatico: presenta l’infezione, ma non i segni della malattia” conclude Tanzi, riferendosi al caso emerso a Gordola.
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