
C’è una casa, nel cuore di Besso, che racconta una storia diversa. Non parla di muri abbattuti, ma di legami costruiti. Non si fonda sul cemento, ma sulla comunità. Il villino di via Jelmini, adiacente alla chiesa di San Nicolao, è oggi al centro di un progetto che guarda al futuro senza dimenticare il passato: Casa Dorotea. “È un luogo dove vogliamo far respirare vita fraterna, di comunità. Un piccolo faro di luce aperto sul quartiere” ha dichiarato il parroco Don Marco Dania.
L’ORIGINE DEL PROGETTO
A promuovere l’iniziativa è stata, nel 2021, una rete di cittadini del quartiere, che ha dato vita alla Fondazione Casa Dorotea. L’obiettivo? Restituire dignità a uno stabile abbandonato da oltre dieci anni, senza demolirlo, ma ristrutturandolo e ampliandolo con criteri sostenibili. Il progetto prevede la creazione di otto appartamenti, destinati a persone di diverse generazioni, con particolare attenzione alle situazioni di fragilità, e una sala comune pensata come spazio aggregativo per il quartiere. “Nel villino verranno costruiti due appartamenti duplex mentre la nuova parte che verrà edificata ne ospiterà sei e una sala riunioni”, ha sottolineato il presidente della Fondazione Fausto Leidi.
PERCHÉ DOROTEA?
La nuova Casa Dorotea sarà costruita accanto alla chiesa dedicata a San Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera. Un legame non solo geografico, ma anche simbolico: il nome del progetto richiama infatti Dorotea, la moglie del santo, figura discreta ma centrale nella sua vita permettendogli di fare l’eremita e restando a casa con i loro dieci figli.
LA STORIA
Il villino, costruito all’inizio del Novecento dall’architetto luganese Americo Marazzi, è uno dei pochi superstiti di quell’epoca a Besso. Il recupero dell’edificio originale è stato scelto per valorizzarne il significato storico e ridurre l’impatto ambientale: un approccio che unisce la dimensione urbanistica a quella sociale.
IL PROGETTO
Il progetto ha ottenuto la licenza edilizia nel marzo 2024 e la posa della prima pietra segna l’avvio concreto dei lavori. Il costo complessivo dell’opera è stimato in circa 4 milioni di franchi, con l’inaugurazione prevista per l’inizio del 2027. Parte del finanziamento è già coperta da donazioni, ma la Fondazione è ancora alla ricerca di contributi per raggiungere il capitale necessario.