Ticino
Casa anziani Sementina, tre decreti d’accusa
Immagine CdT/Chiara Zocchetti
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Lara Sargenti
3 anni fa
Il procedimento penale aperto a seguito della diffusione del Covid nella struttura si è concluso con decreti d’accusa nei confronti di tre persone. Proposta una multa per il mancato rispetto di alcune direttive, istruzioni e raccomandazioni delle autorità sanitarie

Sono giunti a conclusione gli accertamenti penali sulla diffusione del Covid nella casa anziani Circolo del Ticino di Sementina, avvenuta tra marzo e aprile 2020. “Sulla scorta di una minuziosa ricostruzione dei fatti, di numerosi interrogatori e dopo aver analizzato la documentazione raccolta presso l’Ufficio del medico cantonale e quella acquisita in corso d’istruttoria, sono stati emanati decreti di accusa nei confronti di tre persone operanti presso la struttura”, fa sapere il Ministero pubblico in relazione all’’inchiesta condotta dal Procuratore Generale Andrea Pagani e dalla Procuratrice Pubblica Pamela Pedretti.

Multa per il mancato rispetto di alcune direttive
L’ipotesi di reato contemplata dalle decisioni è quella di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano per il mancato rispetto di alcune direttive, istruzioni e raccomandazioni emanate dalle autorità competenti per impedire la propagazione della malattia respiratoria acuta SARS-CoV-2. Nei tre decreti di accusa viene proposta una multa con accollo di tassa e spese giudiziarie.

Tempo 10 giorni per eventuali opposizioni
Le parti avranno ora dieci giorni di tempo dall’intimazione dei decreti per interporre eventuali opposizioni. Per gli imputati, ricorda la Procura, vale il principio della presunzione di innocenza fino all’emanazione di una decisione definitiva.

La vicenda
Nel corso della prima ondata di Covid erano morti 21 ospiti dell’istituto, uno dei numeri più alti registrati negli istituti ticinesi. Il Ministero pubblico aveva quindi avviato un’inchiesta. Le ipotesi di reato a quel tempo erano di omicidio colposo e contravvenzione alla legge federale sulle epidemie. L’ipotesi più grave, la prima, è dunque caduta.

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