
"Casa anziani di Sementina: prosciolti da ogni imputazione e indennizzati i tre collaboratori indagati dopo i decessi avvenuti a causa del Covid-19". Con queste parole il Municipio di Bellinzona rende nota la sentenza emessa il 9 maggio della Corte di appello e di revisione penale e comunicata oggi, che mette fine alla vicenda che ha coinvolto la direttrice sanitaria e la capa dell'istituto, oltre al direttore del settore anziani della Città, sottolineando che "le accuse iniziali erano già state ampiamente ridimensionate dal giudice di primo grado". L'ipotesi di reato nei loro confronti, ricordiamo, era di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano per il mancato rispetto di alcune direttive, istruzioni e raccomandazioni emanate dalle autorità competenti per impedire la propagazione della malattia respiratoria acuta SARS-CoV-2. Ai tre è stata riconosciuta un’indennità di circa 61'500 franchi ciascuno e ponendo a carico dello Stato tutte le spese e tasse di giustizia.
La vicenda
Nel corso della prima ondata di Covid, avvenuta nel 2020, erano morti 21 ospiti dell’istituto, uno dei numeri più alti registrati negli istituti ticinesi. Il Ministero pubblico aveva quindi avviato un’inchiesta. Le ipotesi di reato a quel tempo erano di omicidio colposo e contravvenzione alla legge federale sulle epidemie. L’ipotesi più grave, quella di omicidio colposo, era però caduta durante gli accertamenti penali.
"Hanno sofferto di pesanti attacchi"
In conclusione della nota l'esecutivo ricorda come "i collaboratori oggi prosciolti, hanno sofferto pesanti attacchi e contestazioni sul piano non solo politico, nondimeno hanno continuato a operare e svolgere i compiti loro affidati, dimostrando professionalità e facendo mai mancare il proprio prezioso contributo nella presa carico nel tempo dei tanti ospiti delle strutture per anziani della Città".