Ritratti
Carlo Rampazzi: “Sono rimasto scioccato da quello che ho prodotto in 50 anni”
Redazione
un anno fa
Ticinonews inaugura la sua nuova rubrica che permette di conoscere alcune personalità del nostro territorio. Il primo ritratto è quello dell’architetto di Ascona Carlo Rampazzi, che per inseguire i suoi sogni è andato controcorrente.

È stato un inizio in salita, ma Carlo Rampazzi ha vinto la scommessa. L’architetto di Ascona ha firmato con il suo stile inconfondibile residenze private, yacht di lusso, ristoranti stellati e grandi alberghi, dall’Eden Roc di Ascona allo Tschuggen di Arosa, dal Carlton di St. Moritz fino al Burj al-Arab a Dubai. I suoi 50 anni di carriera sono esposti negli spazi espositivi della Fondazione Majid. Basta uno sguardo per intuire l’importanza della tavolozza dei colori nelle sue creazioni, un amore che lo accompagna fin dagli albori. “I colori sono sempre stati la mia passione”, conferma Rampazzi ai microfoni di Ticinonews. “Ma non ho mai voluto fare quadri, si trattava unicamente di un mio svago”. In seguito “ho cominciato a dipingere dei tessuti e mi divertivo moltissimo. Facevo anche dei foulard, che andavo poi a vendere nelle discoteche, ballando sui tavoli. Era un divertimento e con quello compravo nuovamente colori e macchine fotografiche”.

50 anni di lavoro

Nel 1974 Rampazzi aprì ad Ascona il suo studio di architettura d’interni e arredi. I genitori gli chiesero di non utilizzare il nome di famiglia e quindi lo chiamò “Selvaggio”, una realtà che esiste ancora oggi. “In un primo momento, quando ho deciso di fare questa esposizione, ho detto: ‘ma io non ho fatto niente in questi 50 anni’”- prosegue l’architetto –. “Quando poi ho cominciato a guardare il mio archivio, sono rimasto davvero scioccato di quello che ho prodotto. Inizialmente pensavo di aver fatto 10-20 arredamenti, ma nel momento in cui ho dovuto mettere assieme il tutto, sono rimasto stupito”.

“Non posso creare nella solitudine”

Il design di Rampazzi è sartoriale; crea interni su misura per una clientela ristretta che deve conoscere personalmente per far nascere l’spirazione. Ispirazione “che deriva dal soddisfare la persona che ho di fronte a me e dal colpirla con "l'innatendu", l'inatteso, quello che lei non pensa di poter vedere. A me piace questo. Io ho bisogno delle persone per creare, non posso produrre nella solitudine”.

Il ruolo degli artigiani

Nessun catalogo, nessuna moda. Le creazioni nascono dalla sua matita, dopodiché tocca agli artigiani con cui lavora rendere confortevole il frutto della sua inventiva. “Loro sono eccezionali, mi danno questa sicurezza del comfort”, afferma Rampazzi. “La mia creatività è folle e loro cercano, nella follia, di darmi il comfort. È una mescolanza fra me e l'artigiano, fra me e chi esegue la mia produzione”.

“Il mio hobby è stato tutta la mia vita”

Nonostante il successo che ha portato le sue creazioni in tutto il mondo, Rampazzi ha deciso di mantenere le radici ad Ascona, luogo dove ricarica le batterie. Quando invece ha bisogno di respirare la vitalità di una città si sposta a Parigi, dove ha un appartamento. E a chi gli chiede se abbia voglia di godersi una meritata pensione, lui risponde che “poter fare del proprio lavoro l'hobby della vita è la cosa più bella, perché di solito è quando si va in pensione che si creano gli hobby che non si sono potuti esercitare. Perché quindi io non vado in pensione? Perché il mio hobby è stato tutta la mia vita”, conclude l’architetto.