Gran Consiglio
Carceri ticinesi, Gobbi: “Sistema sotto pressione, ma il Ticino sta reagendo”
Redazione
2 giorni fa
Il direttore del DI riconosce le criticità del sistema penitenziario ticinese ma rivendica gli sforzi in atto: più agenti, servizi psichiatrici potenziati e investimenti mirati per rispondere al sovraffollamento.

Il sistema penitenziario ticinese rischia di non reggere più. A lanciare l’allarme è la Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione (CSCD) nel suo rapporto annuale presentato il 23 maggio di quest’anno, che traccia un quadro critico della situazione tra maggio 2024 e maggio 2025. Le Strutture Carcerarie Cantonali, in particolare La Stampa e Farera, risultano sovraffollate, con un personale sotto pressione, turni di lavoro pesanti, stipendi poco attrattivi e un numero crescente di detenuti con disturbi psichiatrici gravi, che mettono a dura prova il sistema. Durante l’anno la Commissione ha effettuato numerose visite e incontrato decine di detenuti, evidenziando problemi strutturali e sanitari preoccupanti. “Il sistema medico penitenziario non è attrezzato per gestire i casi più complessi”, si legge nel documento. La presenza di un’unica psichiatra all’80% e una psicologa al 50% per tutte le carceri è giudicata del tutto insufficiente.

Le richieste

Tra le richieste principali figurano l’aumento delle risorse umane e finanziarie, l’adeguamento salariale, l’eliminazione dell’obbligo di residenza in Ticino per facilitare il reclutamento, e la creazione di nuove strutture terapeutiche per i detenuti con problemi psichici. La CSCD suggerisce anche di valorizzare o vendere l’edificio inutilizzato di Naravazz. Un confronto con il moderno penitenziario Realta nei Grigioni ha mostrato quanto il Ticino sia indietro: celle ampie, accesso a internet, percorsi formativi, accompagnamento al reinserimento e un approccio sanitario strutturato.

Gobbi: “Il Ticino sta reagendo”

In aula, il consigliere di Stato e direttore del DI Norman Gobbi ha accolto con favore il rapporto della Commissione, definendolo una preziosa “cartina tornasole”. Ha ricordato che nel 2024 e inizio 2025 le strutture ticinesi hanno vissuto un'occupazione molto alta, riflesso di una pressione che colpisce l’intero Paese. “Siamo un Cantone di transito, con molti detenuti non residenti e coinvolti nel traffico di stupefacenti, un problema a livello europeo peggiorato dopo il Covid”, ha sottolineato. Il sovraffollamento non è solo numerico, ma qualitativo, con un aumento di casi psichiatrici e di detenute donne, fenomeni in crescita a livello nazionale. Gobbi ha chiesto coerenza nelle richieste rivolte allo Stato: “Non si può chiedere di fare di meno e allo stesso tempo pretendere interventi per ogni singolo caso”. Ha ricordato che una cella costa 500mila franchi, a cui si aggiungono i costi gestionali. Nonostante le difficoltà, ha lodato il lavoro degli agenti e degli operatori sociali, evidenziando come il basso tasso di recidiva dimostri l’efficacia della risocializzazione.

Agenti di custodia e sovraffollamento

Segnali positivi arrivano dal concorso per agenti di custodia, che ha ricevuto 180 candidature, un record storico. Sono stati rivisti alcuni criteri, come l’età massima portata a 48 anni. Per i casi psichiatrici, dal 1° luglio sarà attivo un potenziamento del servizio: due unità di psichiatra, una di psicoterapeuta e l’ampliamento dell’orario infermieristico fino alle 20. La presenza notturna continua, invece, non è ritenuta necessaria. Per quanto riguarda le strutture alternative, Gobbi ha escluso l’uso di Naravazz, definito troppo costoso, mentre Villa Argentina, pur valida, è una struttura privata che può rifiutare i pazienti, anche perché focalizzata sui casi di tossicodipendenza. I collocamenti fuori Cantone, molto onerosi (fino a 1’000 franchi al giorno), sono limitati a pochi casi gravissimi che necessitano di un’incarcerazione a vita, che vengono collocati nel Canton Ginevra. Per quanto riguarda la questione sovraffollamento, Gobbi ha citato alcuni dati aggiornati al 10 giugno: la Farera ospitava 79 detenuti su 88 posti, la Stampa 151 su 145 (con lavori in corso nella sezione femminile) e lo Stampino 24 su 45. “Siamo consapevoli delle criticità – ha concluso – ma stiamo intervenendo con realismo e determinazione.”