
Cento anni fa, a Locarno, l’Europa provava a ricostruire la fiducia tra Stati reduci dalla Grande Guerra. Oggi, nella stessa città, non è in discussione il futuro del continente, ma quello dei rapporti tra Cantone e Comuni: un legame sempre più complesso, segnato dal naufragio del progetto Ticino 2020.
La dichiarazione d’intenti
Nella sala 1 del Palacinema, Consiglio di Stato e i sindaci dei 100 comuni ticinesi hanno firmato una dichiarazione d'intenti che punta a rilanciare il dialogo su tre fronti principali:
Più autonomia – il Governo propone una modifica costituzionale, che passerà dal Gran Consiglio e dal popolo, per rafforzare l'autonomia comunale, chiarendo anche la ripartizione dei compiti secondo i principi di sussidiarietà ed equivalenza fiscale.
Nuovo organo di dialogo – la piattaforma Cantone-Comuni sarà sostituita da un nuovo organo di confronto politico continuo, sul modello della Conferenza dei Governi cantonali, per permettere agli enti locali di esprimere la propria voce e di partecipare più incisivamente ai processi decisionali.
Un impegno morale – il testo non ha valore giuridico, ma rappresenta un atto simbolico per ricucire le fratture.
Le reazioni
"La Piattaforma Cantone-Comuni ha raggiunto la sua maturità e anche una certa stanchezza, serve un dialogo strutturato e proattivo", commenta il consigliere di Stato Norman Gobbi, sottolineando come più autonomia significhi anche più responsabilità per i Comuni. "La modifica costituzionale permetterà di chiarire i ruoli e le funzioni del comune all'interno di una nuova struttura. Oggi festeggiamo i 100 comuni ticinesi, che non sono più quelli di 25 anni fa, né dal punto di vista numerico nè qualitativo per quanto riguarda strutture e servizi. Il Cantone lo ha riconosciuto e questo permette di avere un nuovo rapporto istituzionale". Un approccio più pragmatico arriva da Felice Dafond, presidente dell’Associazione Comuni ticinesi: "La dichiarazione è importante, ma ora bisogna affrontare i problemi concreti: ridistribuzione della ricchezza fra i comuni, perequazione intercomunale e tanti altri temi legati all'attività dei comuni, che non sono uno sportello del Cantone, ma un'autorità propria".
Mettere radici e raccogliere i frutti domani
A simboleggiare lo spirito con il quale è stato organizzato l'incontro, sul palco sono stati esposti alcuni alberi da frutto, provenienti dal vivaio forestale cantonale di Lattecaldo, che saranno consegnati prossimamente ai comuni ticinesi come espressione tangibile di un impegno che mette radici oggi e porterà frutti domani.