
Non siamo solo noi a soffrire a causa della canicola che da giorni sta attanagliando il nostro territorio. Caldo e siccità creano problemi anche ai corsi d’acqua e, di conseguenza, anche alla fauna ittica. “Per la vita dei pesci ci sono due elementi fondamentali: la quantità di acqua e la temperatura della stessa”, spiega il capo dell’Ufficio caccia e pesca Tiziano Putelli, intervenuto nel corso del notiziario di Ticinonews. “La temperatura in particolare gioca un ruolo fondamentale: più aumenta e meno ossigeno disciolto abbiamo nell’acqua. Ci sono specie che richiedono acque fresche e che in presenza di temperature troppo calde non riescono a sopravvivere”.
L’intervento sul Laveggio
Negli scorsi giorni si è reso necessario un intervento per un problema nel Laveggio: un tratto del fiume si era praticamente prosciugato. “In questo momento viviamo un periodo particolarmente avaro di precipitazioni e caratterizzato da temperature molto elevate”, prosegue Putelli. “Questa combinazione genera uno stress sui pesci e quindi noi siamo sull’attenti. Storicamente abbiamo delle tratte che ogni anno prosciugano. Sono monitorate, le consociamo e i pesci vengono allontanati per tempo”. Quando però si è confrontati con situazioni eccezionali, “anche tratte che magari in passato non hanno fornito problemi di portata o temperatura, possono darne. Uno di questi fa parte del Laveggio; abbiamo un tratto tra Rancate e Mendrisio che è prosciugato per circa 200 metri”.
Come agire
In queste situazioni sono importanti le segnalazioni tempestive della gente. “Venerdì scorso ci hanno appunto notificato un tratto asciugato e ci siamo subito recati sul posto per fare gli accertamenti del caso”. A un certo punto il fiume “perde la capacità di mantenere in superficie l’acqua, e questa continua a correre in profondità. I pesci di solito si accorgono della riduzione della portata e quindi si spostano”. A volte, però, trovano pozze “che credono essere zone di rifugio, ma che possono poi rimanere isolate dal resto del fiume”. In quel caso “si interviene con apparecchi apposta per raccogliere i pesci, i quali vengono successivamente spostati in zone dove l’acqua è più sicura e c’è garanzia di stabilità per loro”.
Preoccupazione a livello nazionale
Nella giornata di ieri la federazione Svizzera di pesca (Fsp) ha diramato un comunicato nel quale ha espresso “grande preoccupazione” per le temperature dell'acqua che sono “aumentate drasticamente” e per il fatto che “non ci siano praticamente precipitazioni in vista”. L’Fsp ha ricordato le “torride estati” del 2018 e del 2003, quando si erano verificate morie di pesci a livello locale, rispettivamente nazionale. Secondo il direttore David Bittner la situazione “è pessima”, i pesci che hanno bisogno di freddo, come le trote e i temoli, “stanno soffrendo molto”. Tutti i segnali “indicano che stiamo andando incontro a una tragedia”. Come interpretare queste preoccupazioni? “La federazione fa il suo ruolo e comunica in maniera efficace su un problema che si è ripresentato non solo quest’anno, ma anche in passato”, precisa Putelli. “Non è una novità, loro si rifanno a delle regole che le autorità cantonali già applicano. È giusto comunque riportare l’attenzione su un problema non noto proprio a tutti. Bisogna però contestualizzare”. Oggi “si cerca già di dare maggior libertà di movimento ai pesci e di favorire sempre di più lo sviluppo di vegetazione ripuale, che con l’ombreggiatua permette di contenere le temperature delle acque”.
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