
A partire da ottobre aprirà a Camorino il nuovo Centro cantonale polivalente per migranti, il primo in Ticino gestito direttamente dal Cantone. Costruito sopra il discusso “bunker” della Protezione civile – che resterà utilizzabile solo in caso di emergenze migratorie – il centro ha richiesto un investimento di oltre 13,5 milioni di franchi. La struttura, situata in zona Ala Munda, potrà accogliere fino a 175 persone con permessi B, F o N, tra cui famiglie con bambini. Non saranno invece ospitati né richiedenti respinti (NEM), né minori non accompagnati. L’obiettivo principale sarà favorire l’integrazione attraverso programmi occupazionali, spazi comuni, appartamenti per famiglie e percorsi costruiti in collaborazione con la Croce Rossa. Previsti anche spazi per donne vittime di violenza.
Gestione e questioni scolastiche
Come riportato dalla Regione, durante la serata pubblica informativa di ieri, una quarantina di cittadini ha espresso sentimenti misti: tra chi teme problemi di sicurezza e chi invece vede l’opportunità di una crescita collettiva. All’esterno della scuola elementare di Camorino, sede dell’incontro, un piccolo gruppo ha protestato con striscioni contro la gestione del centro. Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha ribadito: “Se c’è integrazione, è un successo”. Il responsabile del centro, Federico Chiesa, ha rassicurato sui timori legati alla sicurezza: il personale sarà formato e opererà in abiti civili, con attenzione anche all’aspetto sanitario. Sul fronte scolastico, i bambini migranti frequenteranno una classe di accoglienza con docenti esperti, con l’obiettivo di inserirli al più presto nelle classi regolari. “La scuola è un motore di integrazione per tutta la famiglia”, ha sottolineato la responsabile Alma Pedretti. Il sindaco di Bellinzona Mario Branda ha ricordato che nel Comune vivono 13mila stranieri di 116 nazionalità: “Da noi non si creano ghetti, queste persone abitano con noi. E i timori, se ci sono, li affrontiamo con il dialogo”.