Ticino
Burberry, a rischio posti di lavoro
Lara Sargenti
3 anni fa
L’azienda con due negozi presso il FoxTown avrebbe intenzione di tagliare 15 posti di lavoro. Unia e OCST denunciano: “Più Barbari che Burberry”

Possibile licenziamento collettivo presso la società Burberry, che possiede due negozi presso il Fox Town. Secondo quanto denunciano i sindacati OCST e Unia, che hanno ricevuto mandato di rappresentare i dipendenti per ridurre al minimo i disagi, l’azienda ha comunicato lo scorso 28 giugno ai dipendenti l’apertura della procedura di consultazione.

“Una situazione apparsa subito critica”
“Nella prima comunicazione, l’azienda ha dichiarato che la misura avrebbe interessato 15 dei 35 dipendenti attualmente occupati nei 2 negozi ubicati all’interno del centro FoxTown”, sottolineano i sindacati, che hanno preso immediatamente posizione scrivendo all’azienda, chiedendo di sospendere momentaneamente la procedura di consultazione per poter avviare una “proficua discussione” tra le parti coinvolte e valutare le necessarie misure “a salvaguardia dei collaboratori e dei posti di lavoro”. I sindacati hanno anche contattato la Sezione del lavoro per chiedere sostegno in una situazione “che fin da subito è apparsa critica”, sottolineano, considerando “l’atteggiamento affatto collaborativo, arrogante e irrispettoso della dignità dei lavoratori che Burberry ha dimostrato già nelle prime battute di questa brutta vicenda”. Secondo quanto denunciano OCST e UNIA l’azienda e i suoi rappresentanti legali hanno evitato il dialogo, preferendo discutere singolarmente con i collaboratori in una modalità che definiscono “riprovevole”: “sfruttando la paura e l’angoscia della possibile perdita del posto di lavoro, hanno giocato con la vita di uomini e donne, padri e madri di famiglia illudendoli di ascoltare le loro proposte”.

Un “ricatto” ai collaboratori, chiesta una “vera e propria trattativa”
L’apice, proseguono i sindacati, lo si è raggiunto venerdi quando “l’azienda alle 15.33 ha scritto (una mail!) ai collaboratori comunicando la conclusione della procedura di consultazione e che avrebbe atteso le 16.30 (ben 57 minuti di tempo!) per ricevere eventuali comunicazioni da parte di dipendenti che volontariamente volevano lasciare l’azienda. Ma il peggio è che questa comunicazione è stata accompagnata da un ricatto: chi avrebbe dato il proprio consenso al licenziamento avrebbe percepito un’indennità di uscita, chi, al contrario, non acconsentiva, sarebbe stato licenziato senza alcuna indennità di uscita. Un atteggiamento più da barbari che da Burberry”, concludono OCST e UNIA, che tornano a chiedere all’azienda di voler aprire “una vera e propria trattativa che serva a concretizzare un piano sociale degno di questo nome”.

Intervista di Radio3i a Giorgio Fonio

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