Ticino
"Brutto colpo per la nostra immagine"
Redazione
16 anni fa
E' il commento dell'agricoltore Ulrico Feitknecht dopo l'operazione pomodoro contro il lavoro nero in diverse aziende agricole del Piano di Magadino

La tratta di essere umani esiste anche in Ticino. Ieri sul piano di Magadino è scattata l'operazione pomodoro, un bliz di polizia contro il lavoro nero e la tratta di esseri umani. E proprio di questo reato dovrà rispondere uno dei proprietari delle tre aziende agricole controllate ieri. Tutti e tre sono stati denunciati per infrazione alla legge sugli stranieri. Ma il reato più grave, come detto, è quello di tratta di esseri umani finalizzato alla forza lavoro. Un reato che solitamente viene associato alla prostituzione, ma che ormai da qualche tempo ha toccato altri settori lavorativi, in particolare quello dell'agricoltura. Si tratta di una nuova forma di criminalità, sul quale la Teseu sta indagando. Dall'inizio dell'anno sono state circa una ventina i controlli nelle aziende agricole ticinesi. Ulrico Feitknecht: "Un brutto colpo per la nostra immagine" "Questo - commenta a Radio 3iii uno dei più noti agricoltori del piano di Magadino, Ulrico Feitknecht - è un brutto colpo per la nostra immagine. Non sono cose che fanno bene. E soprattutto io non condivido il fatto che non si rispettino le leggi". "Questo - aggiunge - è però anche un segnale: si stanno sfruttando delle scorciatoie per arrivare a fine mese. Io non condivido questo tipo di approccio. Ma sono contrario anche al fatto di continuare a cercare di pagare meno i prodotti, pensando poi al contempo di poter mantenere gli standard svizzeri". "Io dico: consumate svizzero e pagatelo onestamente", conclude Ulrico Feitknecht. "Con questo non voglio dire che gli agricoltori svizzeri sono disonesti. Ma voglio dire che cercando sempre di pagare poco ci sono anche conseguenze di questo tipo. La concorrenza all?estero fa spesso capo a manodopera a bassissimo costo. E aprendo la frontiera ci si apre anche a questo, purtroppo".Alex Serfilippi: "Il bracciante viene reclutato dalle organizzazioni criminali nei loro paesi di origine""È un campo nuovo e inesplorato anche a livello nazionale, ci spiega Alex Serfilippi, responsabile operativo del distaccamento Teseu. Il Ticino credo sia uno dei primi cantoni che sta affrontando questa problematica. Stiamo cercando di assumere delle informazioni necessarie per capire se effettivamente in determinati campi professionali ci sono delle organizzazioni che inviano la forza lavoro in Ticino e in Svizzera". I settori toccati da questo fenomeno sono quelli dell'agricoltura, ma anche le badanti, il settore alberghiero e più generalmente quei settori in cui la manodopera indigena è carente. Ma come avviene il reclutamento di questa forza lavoro? "Facciamo l'esempio del bracciante agricolo", spiega Alex Serfilippi. "Il bracciante viene reclutato dalle organizzazioni criminali nei loro paesi di origine. Queste organizzazioni s'incaricano di portare in Svizzera la forza lavoro e di piazzarla sul mercato. Ai braccianti vengono anticipati i soldi per il viaggio e per i primi mesi di vita nel paese di destinazione. Ma i soldi, poi, devono essere restituiti tre volte tanto quelli anticipati". È una vera e propria attività di lucro gestita da organizzazioni criminali. Non mancano quindi le minacce e le pressioni psicologiche su queste persone e i loro famigliari nei paesi di origine, ci conferma il responsabile della Teseu Alfredo Bazzocco. E per chi usufruisce in Ticino di questa forza lavoro, il codice penale svizzero prevede il reato di tratta di esseri umani. "Anche i destinatari di questo traffico sono complici di tratta di esseri umani, alla stessa stregua di chi recluta la forza lavoro nei paesi di origine", spiega Serfilippi. "Il messaggio della Teseu per queste categorie professionali è che bisogna rendersi conto che beneficiando della forza lavoro vittima di tratta di esseri umani si può incorrere nel reato di tratta di esseri umani, un reato grave del codice penale". f.pellegrinelli@telet

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