
Aveva dimostrato la sua "ribellione" già in occasione dell'assemblea della CORSI, quando circa un anno fa aveva deciso di restare nel Consiglio regionale, nonostante gli ordini di via Monte Boglia e le dimissioni dei suoi colleghi leghisti Michele Foletti e Paolo Sanvido. Ma ora Bruno Besomi ha deciso di lasciare definitivamente la Lega dei Ticinesi, passando nelle fila dell'UDC.
Una scelta che il consigliere comunale di Cadempino ritiene "non facile", ma "necessaria" per continuare a risultare incisivo e credibile agli occhi dell'opinione pubblica, a seguito anche della sua decisione di continuare a partecipare attivamente al dibattito sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo e online in Svizzera.
Uno dei motivi che hanno spinto Besomi a lasciare la Lega è dettato dalle "ideologie politiche e personali che non rispecchiano più quelle di un partito che pur avendomi dato la possibilità di entrare nel panorama politico ticinese non ha appoggiato la mia libertà di pensiero e di espressione" scrive Besomi su Facebook. "Mi riferisco in particolare alle polemiche sorte dopo la mia decisione di confermare il mio mandato quale membro del consiglio regionale della CORSI e quale delegato all'assemblea dei delegati della SRF SSR".
"Le mie idee", aggiunge Besomi, "poco considerate, avrebbero giovato all'immagine della Lega agli occhi di chi l'ha sempre definito un movimento politico di volgari populisti, cosa che ho sempre smentito di fronte alle sollecitazione dei vosti avversari".
Nonostante dica di essere stato il "primo ad aver sempre criticato i volta marsina" e il suo rammarico nel lasciare la Lega, Besomi si dice contento del dialogo trovato assieme al presidente dell'UDC Piero Marchesi. Un discorso "nel quale mi è stata offerta la possibilità di unirmi nella creazione di una nuova squadra composta da elementi che sapranno lavorare insieme e in modo costruttivo per il bene e il futuro del nostro cantone e dei suoi cittadini".
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