
Il professor Mauro Baranzini ci aveva visto giusto (vedi correlato): alla fine, la pioggia è caduta copiosa e la Gran Bretagna ha salutato l'Unione europea. Il Brexit tanto temuto è diventato realtà, ma non solo per colpa della proverbiale pioggia londinese: a giocare un ruolo importante sono state anche le minacce di scenari apocalittici prospettate da chi ha contrastato il Brexit. Un vero e proprio autogol politico.
Dall'esito del referendum possiamo trarre una lezione importante, quella non affidarsi totalmente a sondaggi e previsioni. "Si tratta di una lezione che dovranno imparare molto bene gli operatori finanziari,dovrebbero ricominciare a studiare la storia e la politica" ribadisce Baranzini. Le borse europee, che ieri hanno puntato tutto sul "Remain", hanno registrato un venerdì nero che deve far riflettere. Si parla infatti di ben 637 miliardi di euro di perdita.
Hanno toppato tutti: sondaggi, borse e perfino gli scommettitori inglesi. Tutti erano sicuri del “Remain”, il risultato di oggi è davvero così clamoroso?Dopo il vile assassinio della 41enne deputata laburista e terzomondista Jo Cox, molti sondaggisti conclusero che il Brexit aveva perso quota. D'altra parte le numerosissime lettere e e-mail ai giornali avrebbero dovuto far pensare ad una forte avversione di parte dell'elettorato alle istituzioni EU. Chi ha contrastato il Brexit non ha capito due cose: che non è con le minacce e gli scenari catastrofici che si conquistano gli elettori; occorreva cercare piuttosto di convincere l'elettorato (anche se era difficile) che l'entrata nell'UE aveva fatto perdere relativamente poca sovranità ai britannici. È su questo piano che tutti gli avversari, esterni ed esterni alla Gran Bretagna, avrebbero dovuto concentrarsi. Non l'ha capito nemmeno il presidente (oramai al termine del suo mandato) degli Stati Uniti; doppio errore da parte sua: non capire la psicologia dei britannici, con un'entrata a gamba tesa, quanto mai inopportuna e poco diplomatica.
Prima del voto i mercati hanno avuto un impennata al rialzo, poi il crollo. Come si spiega un rialzo così ottimistico basato solo su sondaggi incompleti?Questo la dice lunga sulla difficoltà del settore finanziario di 'leggere' i dati non finanziari e la realtà politica attuale; forse gli operatori finanziari dovrebbero ricominciare a studiare la storia, la politica e le regole che reggono la nostra società civile.
La prima paura è quella di un effetto domino a livello europeo. Si parla già di “Frexit” e” Nexit”, sono scenari possibili oppure gli altri Stati membri - in particolare quelli dell'est -sono troppo dipendenti dall’UE? Non sono convinto che ci sarà subito un effetto domino; ci sono troppe variabili in gioco. Anche perchè i Paesi dell'est ricevono sussidi e aiuti non indifferenti dagli altri Paesi dell'UE. Abbiamo già visto, ad esempio, che solo il 35% dei francesi sarebbe d'accordo a sottoscrivere un "Frexit". Credo che il processo disgregativo non sia così impellente come qualcuno sostiene. Ma io sono un economista, e non un politico.
La Scozia ha votato al 62% per rimanere in Europa, l’Irlanda del Nord al 55,8%, non pensa che lo sgretolamento inizerà proprio dall’interno della Gran Bretagna stessa?Non lo credo. È la "Gran Bretagna" dopo tutto; e le sue forze centripete sono per ora più forti di quelle centrifughe. Ha visto situazioni ben peggiori; chi vivrà vedrà.
Ci sono dei timori per il franco che si rafforza? La Banca nazionale dovrà intervenire pesantemente, in che modo?La Banca Nazionale, lo stesso giorno dopo la votazione in Gran Bretagna, è interventuta abbassando ulteriormente il già negativo tasse di interesse sui titoli decennali della Confederazione (venerdì sera è pari a -0,50) e acquistando obbligazioni in euro e in sterline (per adesso non sappiamo esattamente di quali e quanti importi si tratta).
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