Ticino
Boom di cormorani sul Ceresio
Redazione
17 anni fa
Uno stormo composto da oltre un migliaio di esemplari ha preso possesso delle rive del Ceresio. Togliendo la materia prima ai pescatori

Boom di cormorani sul Ceresio. Insomma, una vera invasione. Sono più di un migliaio che da diversi giorni, scrive il Corriere del Ticino, si spostano tra la foce del Cassarate, le cantine di Gandria e il Golfo di Lugano. E si sa, ai cormorani piace il gardon, un pesce disdegnato fino a pochi anni fa dai pescatori. Ma che oggi sembra essere sempre più apprezzato a livello culinario. "L'anno scorso abbiamo contato quasi 2000 cormorani e quest'anno deve ancora arrivare il resto della pattuglia scesa sul Ceresio", dichiara Urs Luechinger, presidente della FTAP (Federazione ticinese per l'acquicoltura e la pesca), dalle colonne del quotidiano. Ma tra gli esemplari migrati sulle sponde del Ceresio, ve ne sono pure alcuni che sono nati su queste sponde. "Si hanno infatti le prove che diverse coppie - prosegue Luechinger - hanno nidificato in terriorio italiano sulla sponda del lago di fronte a Gandria. Tutto lascia presagire un'esplosione demografica".Esplosione demografica che lascia dietro di sé un problema "che potrebbe diventare grave", precisa Luechinger. Infatti il numero di esemplari potrebbe diventare sproporzionato "rispetto alle effettive capacità di sopportazione dell'habitat". E al problema del numero potrebbe esserci pure quello di carattere igienico sanitario a causa del guano che lasciano questi uccelli sul terreno. "Cumuli di escrementi - dichiara il presidente dei pescatori - che non passano inosservati passando davanti al luogo scelto dai cormorani per nidificare".L'aumento della presenza del cormorano è oggetto di studio a livello internazionale. E già alcuni anni fa la FTAP aveva espresso le sue preoccupazioni, tanto più che questo esemplare aveva cominciato a farsi vedere nelle valli superiori. La causa? Probabilmente una cattiva gestione del cormorano a livello europeo, con l'applicazione di un'eccessiva protezione della specie. Poi ci sono anche  i mutamenti climatici mondiali.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata