Ticino
Bocconi avvelenati: "Bene segnalare, ma ancor di più denunciare"
Bocconi avvelenati: "Bene segnalare, ma ancor di più denunciare"
Bocconi avvelenati: "Bene segnalare, ma ancor di più denunciare"
Redazione
7 anni fa
Intervista ad Emanuele Besomi, presidente SPAB, dopo i cartelli spuntati a Lugano su esche avvelenate in zona cimitero

Prima sono spuntati gli avvisi via Facebook, poi i cartelli in zona cimitero a Lugano. Stiamo parlando dei bocconcini avvelenati, contenenti chiodi, ritrovati circa una settimana fa da passanti. Una "scoperta" che genera comprensibilmente preoccupazione per chi abita nei paraggi. "Se fosse vero, cosa aspetta Lugano a intervenire?" si chiedeva la presidente HCL Vicky Mantegazza qualche giorno fa in un post su Facebook. Ticinonews ne ha parlato con il presidente della Società Protezione Animali di Bellinzona (SPAB) Emanuele Besomi per sapere come comportarsi in queste circostanze. 

Come associazione potete intervenire in base a queste segnalazioni?

"Non abbiamo le risorse per fare questo tipo di intervento, se non ci vengono segnalati direttamente. Servirebbe sicuramente per fare una mappa del territorio e stabilire delle zone sensibili. Se vengono segnalati sempre nello stesso punto, si potrebbe aumentare la sorveglianza e rendere attenta la popolazione. Ma se non si segnala è un terreno fertile per quelle persone che fanno i "barbari" e se ne approfittano". 

Ma è utile esporre cartelli di questo tipo? 

"Sono utili se correlati a una denuncia penale. Segnalare è bene visto che si salva il cane, ma non si attiva il meccanismo d'inchiesta per trovare il colpevole. La polizia non parte con le indagini se non viene avvisata. In caso contrario invece potrebbe cominciare a fare dei controlli, tramite anche le videocamere di sorveglianza nella zona. Non sono criminali che agiscono in bande organizzate, ma gente arrabbiata con il mondo che si sfoga sugli animali. Va bene il cartello e segnalare su Facebook, ma è importante avvisare sempre la polizia".

Cosa spinge queste persone a compiere atti di questo genere? 

"Non sono uno psicologo, quindi non possa entrare nel dettaglio sulla questione. Ma ritengo che si tratta di gente arrabbiata per motivazioni difficilmente comprensibili, che si sfogano sul più debole. Ci sono due tipi di azione: c'è chi colpisce in modo mirato, per esempio gettando alimenti avvelenati in un giardino privato. In questo caso l'animale è la vittima, spesso utilizzata per colpire il proprietario. C'è chi invece vuole colpire in maniera generale, spargendo i bocconi avvelenati in una zona in cui transitano diverse persone o animali. Un vero e proprio atto di sadismo se pensiamo per esempio che in zona cimitero a Lugano non passano solo animali domestici, ma anche volpi, tassi, scoiattoli o piccoli rapaci".

Ci sono persone che sono già state condannate per questi atti barbarici? 

"Le condanne non sono frequenti, ma sì, è già successo. Gettare del cibo avvelenato è un atto intenzionale. La possibilità di risalire al colpevole è tuttavia bassa. In una città come Lugano le probabilità di acciuffare il responsabile sono però più alte rispetto ad esempio a zone più discoste proprio grazie alle videocamere di sorveglianza disseminate in centro. Ma ripeto la base dalla quale partire è fare una denuncia: se non si denuncia il delitto resta impunito. Prima o poi, soprattutto se qualcuno è recidivo, verrà beccato, come recita il detto 'tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino'". 

Può citarci un caso? 

"Mi ricordo di un caso che risale a una 15ina di anni fa. Non riguarda bocconcini avvelenati, ma rende bene l'idea di quanto sia importante denunciare. Ogni mese circa nel prato della SPAB venivano gettate le carcasse di gatti con la testa fracassata. Non capivamo da dove venissero gli animali, né chi li gettasse nel prato. Abbiamo pubblicato anche degli annunci sul giornale nella speranza che i proprietari si facessero vivi. Ma nessuno si è fatto avanti e le carcasse continuavano ad arrivare. La morte era causata dalla rottura della scatola cranica. Abbiamo denunciato i fatti alla polizia e solo 7-8 anni dopo si è stati in grado di risalire al colpevole. L'autore era un cittadino residente in Svizzera interna, che era stato beccato sul fatto ad uccidere il gatto di un vicino. È stato aperto un procedimento nei suoi confronti e durante le indagini si è scoperto che l'uomo aveva una seconda residenza in Ticino. La polizia d'oltralpe ha quindi contattato la polizia ticinese per chiedere se fossero pendenti reati a suo carico. Così si è scoperto che l'uomo uccideva i gatti dei vicini e li portava in Ticino. Ma senza la denuncia, con la relativa documentazione in archivio, la persona non sarebbe mai stata condannata per reati gravi sugli animali. Fare una denuncia non è una cosa immediata, ma se qualcuno ha il vizio, prima o poi viene beccata e giustizia è fatta". 

Cosa bisogna fare se si trovano dei bocconcini avvelenati?

"Raccogliere i bocconcini per evitare che qualcuno incappi nel pericolo o fotografarli per avere una prova che possa essere utile per le indagini. Poi estendere la denuncia in modo che gli inquirenti possano effettuare i rilievi. È comunque importante non generare allarmismi dove il pericolo non c'è. I casi reali sono pochi. A volte gli animali muoiono anche per la disattenzione dei loro padroni. Può succedere che un gatto o un cane ingeriscano prodotti tossici, come la candeggina o pastiglie della lavatrice, lasciati in giro per casa o vengano a contatto con il veleno per topi o per le lumache in giardino. Quindi è importante valutare il caso prima di drammatizzare o generare panico". 

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