
Ieri, martedì, Avanti con Ticino & Lavoro ha presentato il documento "Ripartiamo dal lavoro: un nuovo patto sociale per il Ticino". Questo è un insieme di mozioni parlamentari "cruciali" per affrontare le sfide con cui il mercato del lavoro ticinese continua a confrontarsi. Per l'occasione Ticinonews ha incontrato i firmatari del progetto, i granconsiglieri Amalia Mirante, Giovanni Albertini ed Evaristo Roncelli.
"Il lavoro è il nostro punto centrale"
"Ribadiamo che il lavoro è il nostro punto centrale, perché riteniamo che le persone che vivono in questo cantone hanno il diritto di nascere qui, formarsi e trovare un posto di lavoro. Oggi è innegabile che la situazione in Ticino presenta delle difficoltà particolari proprio sul mercato del lavoro. Si parla di salari bassi, di frontalierato, di necessità di riformare gli uffici regionali di collocamento e di formazione professionale: tutti temi che noi abbiamo riportato in questo nostro documento". Così la granconsigliera Amalia Mirante lancia appunto l’insieme di mozioni proposte dal movimento Avanti con Ticino & Lavoro per ristabilire l’equità e la sostenibilità nel tessuto lavorativo ticinese.
La manodopera qualificata
Dopo un anno dall’exploit delle Cantonali 2023 gli avantisti presentano 14 atti parlamentari circoscritti in 4 macrotemi. Tra le mozioni principali il movimento chiede una redistribuzione di risorse a sostegno dell’occupazione locale e il rafforzamento di posti pubblici federali nel nostro cantone. Un altro grande tema è la necessità di formare manodopera qualificata attraverso una mozione che chiede la creazione di un fondo pubblico-privato. "Uno dei 14 atti mira a creare uno strumento di collaborazione tra lo Stato, le aziende e i sindacati per unire le forze per dare una risposta al problema della manodopera qualificata", spiega Mirante. "Quindi fare in modo che tutti gli strumenti che oggi ci sono a disposizione, ma che purtroppo non sembrano dare i risultati sperati, possano invece diventare qualcosa di nuovo".
Gli apprendisti
L’interesse ad ampliare l’offerta lavorativa in Ticino passa anche dalla richiesta di nuove manovre che concernono gli apprendisti. "Il primo punto che vogliamo portare avanti - afferma ai microfoni di Ticinonews il granconsigliere Evaristo Roncelli - è quello dello sviluppo di reti di aziende formatrici. In Ticino la maggior parte sono micro-imprese e per loro è estremamente difficile avere un formatore all’interno dell’azienda. A livello federale ci sono dei contributi pubblici e il nostro cantone oggi li sfrutta poco e non spinge molto sullo sviluppo di queste reti". "Inoltre crediamo che l’orientamento scolastico vada rivisto e potenziato - prosegue l'avantista -. Pochi anni or sono la Segreteria di Stato dell’economia ha lanciato un progetto di studio che dava delle raccomandazioni. Quindi chiediamo al cantone di implementarle velocemente, così da portare a uno sviluppo dell’orientamento con uno sguardo al futuro".
La disoccupazione
Infine, il movimento vuole porre l’accento sulla disoccupazione. Il grancosnigliere Giovanni Albertini chiarisce: "Noi ci siamo concentrati sugli uffici regionali di collocamento, perché sottostando a delle leggi federali non permettono un grande raggio di manovra. In questo caso abbiamo creato l’UCR che è un Ufficio Cantonale di Reinserimento". Questo tipo di ufficio dovrebbe "automaticamente concedere ai consulenti maggior manovra per poter collocare concretamente i disoccupati", conclude l'avantista.