Ticino
“Bisogna sostenere le aziende”
Redazione
5 anni fa
Così Amalia Mirante, economista alla notizia dei cambiamenti legati al lavoro ridotto. Sassi: “Autorizzazioni di tre mesi e le aziende dovranno dimostrare il motivo del preannuncio”

“Il lavoro ridotto si è rivelato uno strumento fondamentale per sostenere l’economia”. Così si esprimeva il consigliere federale Gui Parmelin mercoledì scorso in Conferenza stampa prima di annunciare il prolungamento della misura fino a fine dicembre.

Da settembre però – è notizia di oggi – è importante sapere che cambieranno una serie di criteri. “Chi necessiterà ancora di lavoro ridotto dovrà inoltrare un nuovo preannuncio, non avranno più diritto i lavoratori interinali e chi ha un contratto a tempo determinato”, ha spiegato Claudia Sassi, capo della sezione del lavoro ai colleghi di Teleticino.

I cambiamenti si registrano anche sul fronte della tempistica. Se prima un’azienda poteva annunciare il giorno stesso l’inizio del lavoro ridotto, da settembre la richiesta per lavoro ridotto dovrà essere inoltrata con anticipo di dieci giorni. “Le autorizzazioni non saranno più di sei mesi ma di tre mesi. Su questo è importante informare le aziende che il 31 agosto coloro che hanno in mano una decisione valevole già da tre mesi la decisione scadrà e potranno rinnovare il loro preannuncio”, spiega Sassi.

Il preannuncio va compilato online. “L’importante è che l’azienda ci dia tutte le informazioni e sarà importante avere l’organigramma in pdf, perché ce lo dovranno spedire”, prosegue. “Attraverso l’indirizzo mail l’azienda riceverà una conferma”. Ma importante: “L’azienda dovrà giustificare il motivo e non basta dire Covid, e dovrà dimostrare qual è l’effetto sul calo di lavoro della pandemia per giustificare l’entrata in un regime di lavoro ridotto”.

“Prima avevamo circa 70 richieste di lavoro ridotto all’anno, in questi mesi ne abbiamo registrate 18mila”, spiega. E Sassi conclude: “Adesso ne stanno arrivando meno ma evidentemente con la scadenza al 31 agosto in questi giorni arriveranno perché sono proprio i dieci giorni che precedono settembre”.

Stando all’economista Amalia Mirante, intervenuta in diretta al TgEstate di Teleticino, “l’aiuto statale sta aiutando le aziende che probabilmente avrebbero già chiuso i battenti tempo fa”. Tra le varie cose, ci sono gli acquisti online che hanno sempre più ripercussioni sulle aziende, specie quelle al dettaglio. “Oggi è come se avessimo diverse tipologie di aziende: quelle che hanno preso un po’ la scusa della crisi post-Covid per fare una riduzione di personale che avevano già programmato, quelle che hanno anticipato dei cambiamenti facendo delle innovazioni e quindi ecco che ci sono dei mutamenti nella digitalizzazione e nel telelavoro”, spiega Mirante. “In questo senso la crisi ha aumentato questo processo”.

“Io sono un inguaribile ottimista che crede questi processi accelerati probabilmente necessitano di un intervento maggiore dello stato”. Ma precisa: “Bisogna evitare di gettare soldi e risorse ma bisogna sostenere le aziende affinché si possano fare dei cambiamenti per farle diventare più forti. Nel caso del turismo si possono prevedere degli aiuti che consentono di far diventare le strutture ancora più moderne. Questo non è un lavoro che serve solo per sopravvivere ora”.

Per quanto riguarda il telelavoro, Mirante spiega: “Io credo che quello che abbiamo vissuto in questi mesi sia stata una risposta a un’emergenza, bisognerebbe fare di più con uffici dislocati sul territorio anche per migliorare gli spostamenti”. E aggiunge: “In ogni caso dev’essere fatta una regolamentazione legata al telelavoro che da noi ancora non c’è”. . Sono proponeva a questi modelli ma con uffici dislocati sul territorio migliorando “noi non conosciamo ancora la regolamentazione specifica legata al telelavoro”.

L’intervista ad Amalia Mirante

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