Quattro persone sono state condannate ieri dalla Corte delle Assise criminali a Lugano per una lunga serie di maltrattamenti e sorprusi nei confronti di una bambina che all'epoca dei fatti, tra il 2010 e il 2012, aveva fra i 5 e i 6 anni. Alla sbarra sono comparsi i genitori affidatari della piccola, il tutore e un assistente sociale. 

La madre affidataria è stata ritenuta colpevole di coazione ripetuta, tentata e consumata, di lesioni semplici ripetute e di violazione del dovere di assistenza o educazione ripetuta e continuata. Accuse che le sono valse una pena di 22 mesi sospesi con la condizionale per due anni (contro i 24 richiesti dalla pp Valentina Tuoni). Nei confronti della donna è stata riconosciuta, oltre al sincero pentimento, una scemata responsabilità. È stata invece prosciolta dall'imputazione di esposizione a pericolo della vita altrui. 

Le accuse rivolte al padre affidatario (le stesse della donna, ad eccezione dell'esposizione a pericolo della vita altrui) sono state confermate dalla Corte, che ha ritenuto adeguata una pena di 18 messi, sospesi per due anni (contro i 24 richiesti dall'accusa). 

Per tutore e assistente sociale, accusati di favoreggiamento, le pene sono state superiori alle richieste (10 mesi sospesi per ciascuno). Il primo è stato condannato a 16 mesi, mentre il secondo a 13 mesi, entrambi sospesi condizionalmente. Dovranno inoltre risarcire la bambina con 10mila franchi ciascuno. I loro avvocati reclamavano invece il pieno proscioglimento.

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