
Iniziamo con quello che è il cuore del problema. Per dire che non saranno i poliziotti italiani a presidiare i porti tunisini per arginare il flusso migratorio, ma le stesse forze armate tunisine, "equipaggiate" anche con mezzi italiani. Lo ha detto il ministro degli esteri, Franco Frattini, poco prima di rientrare da Tunisi, al termine di un'altra giornata difficile sul fronte immigrazione. Il premier italiano Silvio Berlusconi ha parlato con il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy concordando l'opportunità di un vertice Ue. Il ministro dell'interno Roberto Maroni ha rinnovato le sue preoccupazioni, sottolineando l'urgenza di un intervento europeo. Berlusconi e Maroni saranno oggi insieme in Sicilia, dove anche stanotte è stato intercettato un peschereccio di migranti.Bignasca vuole un muro di quattro metriDal Ticino si alza intanto una voce provocatoria, ma che rende l'idea su quelle che potranno essere le conseguenze anche dalle nostre parti della crave crisi nordafricana. Per frenare il flusso dei profughi dalla vicina penisola alla Svizzera - ha detto ieri sera il leader leghista Giuliano Bignasca ad un dibattito sulle elezioni cantonali sulla RSI - "bisognerà costruire un muro di cemento alto quattro metri lungo tutta la frontiera con l'Italia".Le Guardie di Confine sono pronteL'Ufficio federale della migrazione è alla finestra. E le Guardie di Confine si dicono pronte a rafforzare la sorveglianza nella zona di Chiasso e in particolare alla dogana ferroviaria del San Gottardo. I primi effetti dell'ondata di profughi dovrebbe sentirsi tra circa una settimana. Abbiamo intervistato il capitano Fabio Ghielmini, capo servizio operativo delle Guardie di ConfineQual’è la situazione al momento? “Attualmente la situazione è tranquilla – ci dice Ghielmini - Naturalmente siamo in stato di pre-allerta ed abbiamo già pianificato eventuali rinforzi”.Ma vi aspettate un flusso importante di persone anche verso la Svizzera?“Come detto al momento non vi sono segnali in tal senso. Bisogna anche dire che la maggior parte dei tunisini sbarcati tenderebbe a ricongiungersi con parenti o conoscenti in Francia. Inoltre – continua Ghielmini - tendenzialmente non sono persone che richiedono asilo”.Se dovesse esserci questo flusso, quale sarebbe il mezzo più utilizzato?“Direi che il treno sarebbe il mezzo privilegiato. Da questo punto di vista la stazione di Chiasso è un punto molto importante”State collaborando anche con le autorità italiane? “Certo - conclude Ghielmini - Tramite il CCPD (ll Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana ndr) che è composto da agente svizzeri e italiani, teniamo sotto controllo la situazione”.red
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