
Il passo indietro di Berna sulle misure di risparmio non basta per i Cantoni, che già in fase di consultazione avevano espresso forte malcontento, Ticino compreso. È proprio alla luce di questo sentimento che ieri il Consiglio Federale ha annunciato di voler ritoccare alcune misure. Il volume dei tagli, nel 2027, scenderebbe così da 2,7 miliardi di franchi a 2,4 e, nel 2028 da 3,4 a 3 miliardi. Il pacchetto adeguato, insieme al preventivo 2026, dovrà ora essere discusso dalle Camere federali.
Impatto importante per il Ticino, nonostante le modifiche
Secondo il direttore del Dipartimento finanze ed economia, Christian Vitta, è positivo che alcuni aspetti sono stati modificati. Tuttavia, “gli oneri che ricadrebbero sul nostro Cantone rimangono importanti. Non sono ancora stati quantificati nel dettaglio dopo questa nuova versione”, afferma il consigliere di Stato ai microfoni di Ticinonews. Nel progetto presentato inizialmente – ricorda Vitta – venivano calcolati a carico del Canton Ticino “40 milioni di oneri diretti e una quindicina indiretti. Le modifiche hanno un po’ ridotto l’impatto, ma sicuramente rimane molto importante”.
Passi indietro in più ambiti
Le modifiche riguardano 10 ambiti. Ad esempio, la migrazione, la politica climatica, l’AVS (che si rinuncia a dissociare dalle finanze federali) e la stampa locale e regionale per la quale non verranno ridotti i sussidi. I Cantoni non rischiano di chiedere troppo a Berna, secondo Christian Vitta: “Stiamo partendo dal principio che è il Consiglio Federale a chiedere ai Cantoni. In un momento difficile per le finanze cantonali, questo sforzo ci preoccupa molto”.
Il monito al Cantone della capitale ticinese
Anche le Città svizzere avevano mostrato opposizione già alla prima versione del piano di risparmio. La capitale ticinese è dello stesso avviso. Inoltre, il sindaco di Bellinzona Mario Branda si dice preoccupato in particolare per gli oneri che il Cantone potrebbe a sua volta riversare sui Comuni. “Dopo che per anni abbiamo assistito a questo meccanismo di ribaltamento di oneri e di costi, non vorremmo che capitasse di nuovo nel 2026”, avvisa Branda. “Non ci si può lamentare per l’atteggiamento della Confederazione nei confronti dei Cantoni e poi fare la stessa cosa con i Comuni”. Su questo punto Vitta ribatte che “quando tutto il sistema è messo sotto pressione, è tutta la catena istituzionale ad essere messa sotto pressione”. Inoltre, prosegue il direttore del DFE, “alcune misure del pacchetto federale hanno un’incidenza diretta sui Comuni”. Ad esempio, l’aeroporto regionale di Lugano. Seppur questo provvedimento non tocchi Bellinzona, il sindaco Branda mostra solidarietà perché “è il meccanismo che non funziona. Questa volta è l’aeroporto, ma la prossima volta potrebbero essere le scuole, i centri di formazione o la mobilità". Alla fine "si scarica su altri la responsabilità di riuscire a far quadrare correttamente i conti”, conclude Branda.