Ticino
'Bellinzona, i negozi storici chiudono, ma noi non molliamo'
'Bellinzona, i negozi storici chiudono, ma noi non molliamo'
'Bellinzona, i negozi storici chiudono, ma noi non molliamo'
Redazione
7 anni fa
La Libreria Taborelli di Bellinzona non cede alla grande distribuzione: "I libri resistono al tempo. Non siamo mai vuoti"

Quando chiude un negozio storico radicato sul territorio, è come se una parte di noi andasse via con lui. Lo sanno bene a Bellinzona, con la chiusura di tante attività storiche, non da ultimo il By Pinguis di via Lodovico il Moro, il più longevo negozio di dischi del Cantone. Una domanda sorge spontanea: il centro storico sta cambiando?

La grande distribuzione e l’E-commerce, si sa, hanno stravolto le abitudini d’acquisto, costringendo tante piccole aziende ad abbassare le serrande dei propri punti vendita. Ma lo sgretolarsi del tessuto della storica rete commerciale potrebbe comportare una perdita di autenticità delle stesse cittadine.

Fortunatamente la situazione non è critica per tutti; qualche piccola attività ancora resiste, per regalare ai più nostalgici la gioia di vedere un’epoca storica ancora aperta. Una di esse è la Libreria Taborelli di Bellinzona. Per un dipendente, i libri non sono “a rischio di estinzione”.

Dopo 49 anni di storia, chiude il Pinguis, il più longevo negozio di dischi del Cantone. Come crede abbia influito il comportamento dei consumatori?Il settore discografico è stato il primo ad essere colpito dalla cosiddetta “distruzione digitale”, perché è cambiato il metodo di fruizione della musica. A parte quello dei vinili, destinati ad una cerchia ristretta di appassionati e collezionisti, il mercato dei dischi si può definire “morto”. Oggi c’è lo streaming: è più comodo, e fa risparmiare.

Con l’avvento degli e-book Reader si ha la possibilità di portare in tasca un’intera libreria. Non crede che, in questa direzione, anche il mercato dei libri possa essere colpito dalla “distruzione digitale”?No, i fruitori di e-book reader sono ancora sotto il 10%, un numero molto basso. Quello dei libri è un settore meno soggetto alla crisi. Chi legge ha bisogno di sentire il profumo della carta, o di regalare un libro a qualcuno che abbia un significato particolare. La nostra libreria va bene.

La libreria subisce, invece, la concorrenza della grande distribuzione?Assolutamente. La concorrenza maggiore ce la fa Amazon: è un tipo di commercio, per così dire, più “accattivante”. Hai modo di trovare immediatamente il libro che cerchi e di fartelo arrivare immediatamente a casa.

Ma, nonostante questo, la libreria va per la maggiore. Perché?Perché entrare in libreria è un’esperienza magica, in molti amano trascorrervi un pomeriggio al suo interno. Su Amazon non puoi toccare i libri con mano, sentirne il profumo, e interagire con gli altri per ricevere o dare consigli. Inoltre, le piccole librerie di città risentono positivamente del concetto di fidelizzazione al cliente. Il nostro negozio non è mai vuoto.

Al giorno d’oggi, sono cambiati i generi di lettura più in voga?Ci sono generi che non tramonteranno mai, come il giallo o il fantasy. Tendenzialmente non è cambiato il modo di leggere negli ultimi anni; nel 2014 c’è stato il boom della letteratura erotica, dovuto all’uscita di 50 Sfumature di Grigio nei cinema, ma a parte questo non posso dire di aver riscontrato cambiamenti significativi.

Non c’è competizione nemmeno tra carta e pellicola?No, leggere è un’altra cosa.

SF

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