Ticino
Baudino: "Il Ticino non è Londra"
Redazione
14 anni fa
Una situazione come quella successa nella capitale inglese non potrebbe ripetersi in Ticino. L'intervista a Marco Baudino del DSS

I disordini che hanno interessato Londra ed altre città dell’Inghilterra non sono certo una novità. Già in passato la capitale inglese, come altre città europee e mondiali, sono state teatro di scene da guerriglia urbana. Situazioni che si ripresentano ciclicamente, soprattutto quando gli Stati sono in difficoltà e devono provvedere, come nel caso dell’Inghilterra, a dure manovre finanziarie per risanare i conti pubblici. Oltre Manica la manovra è stata di 80 miliardi di sterline, un vero e proprio shock. Nel mese di dicembre furono gli studenti a protestare contro gli aumenti delle tasse universitarie, a marzo una manifestazione di 250'000 persone aveva chiesto la sospensione dei tagli decisi dal Governo.L’uccisione da parte della polizia di un pregiudicato a Tottenham, nord di Londra, lo scorso 5 agosto, ha però fatto scattare la scintilla per le proteste di questi giorni. Un alibi, un pretesto. Si aspettava solo questo. Questa volta a scendere in strada sono stati proprio tutti. Soprattutto molti, moltissimi ragazzini. Hanno distrutto tutto quello che trovavano davanti a loro. Negozi di quartiere, case popolari. Azioni che hanno suscitato l’indignazione dei residenti, già confrontati con la grave crisi economica. Non si è trattato di una rivolta “razziale”, come spesso accade. Se ne sono visti di tutti i colori.Ma si tratta solo di ragazzi con problemi sociali, che vivono in quartieri “malfamati” a protestare, oppure si tratta di qualche cosa di più ampio?  È notizia di oggi della morte di un 68enne che aveva tentato di spegnere un incendio nel quartiere di Ealing ed è stato picchiato a morte. Questo quartiere non lo si può certo definire un ghetto. È un normale e tranquillo quartiere residenziale  “middle class”, sede oltretutto della West London University. Eppure anche in questo luogo si sono verificati dei disordini. Significa forse che il problema non riguarda solo determinate tipologie di giovani? Sembrerebbe di si , in quanto tra i moltissimi ragazzini inquadrati dalle telecamere ed in seguito arrestati, si trovano anche giovani che apparentemente non vivono situazioni difficili, anzi alcuni sono persino benestanti.“Giovani contro”, quindi. Ma in Ticino come è la situazione? Si potrebbero ipotizzare delle situazioni come quelle viste a Londra?Lo abbiamo chiesto a Marco Baudino, esperto di politiche giovanili in seno al Dipartimento sanità e socialità. “No, assolutamente no. Non ci sono le condizioni sociali affinché queste situazioni possano verificarsi. Non dimentichiamo che a Londra in alcune zone la disoccupazione giovanile sfiora il 70%, dieci volte più che da noi”.È vero che noi siamo un paese privilegiato, ma tra i ragazzi arrestati ci sono anche persone benestanti…“Sicuramente ci sono. In questo caso scatta l’emulazione. L’Inghilterra è un paese che ha un profondo rispetto delle regole sociali. Viene rispettata l’autorità. Quando qualcuno rompe queste regole, ecco che anche altri si sentono autorizzati a farlo”.Baudino continua: “Quando saltano le regole sociali prestabilite si assiste al delirio collettivo e non lo trattieni più. Ora la situazione sembra essere rientrata semplicemente mettendo in strada moltissimi agenti. La loro sola presenza è, per il momento, bastata a riportare la calma. È tornato il rispetto verso l’autorità”.Un senso di frustrazione che è esploso? “Si, inoltre se pensiamo anche alle politiche economiche che portano alla chiusura di spazi nei quali i giovani si ritrovavano, ecco che poi nascono i problemi”.[email protected]

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