
Ha preso avvio poco dopo le 17.30 di oggi il “presidio rumoroso” in Piazza Governo a Bellinzona, organizzato contro la visita nella capitale ticinese del consigliere federale e direttore del Dipartimento affari esteri Ignazio Cassis. “Basta complicità svizzera con il genocidio in Palestina”, si leggeva nel volantino che annunciava la mobilitazione. Sono circa 100-150 le persone che si sono radunate facendo rumore con mestoli, pentole e campanacci, ed esponendo cartelli e bandiere palestinesi. Presenti sul posto anche alcuni agenti di polizia.
Clima teso
Non sono mancati momenti di tensione. La manifestazione è iniziata in modo pacifico, ma quando i partecipanti si sono spostati davanti al Teatro sociale (dove ha luogo un evento sul tema dei bilaterali III), alcune provocazioni da una parte e dall’altra hanno fatto sì che gli animi si scaldassero: tavoli per il rinfresco post evento sono stati gettati a terra. La polizia è dovuta intervenire in forze e non sono mancati scontri neppure dietro il teatro. Attorno alle 18.30 la situazione si è parzialmente tranquillizzata.
Cassis: "Anche il Governo è profondamente colpito"
“È legittimo manifestare la propria sofferenza per quanto sta accadendo", ha commentato Cassis ai microfoni di Ticinonews. "Anche il Governo è profondamente colpito e ha una posizione chiara che va nel senso dei manifestanti, dunque volere l’accesso umanitario, la fine della guerra, la consegna degli ostaggi e un cammino verso la pace". Purtroppo "dobbiamo ammettere che tutti i Paesi del mondo sono piuttosto impotenti di fronte a questa situazione. Gli unici ad avere possibilità di intervento sono gli Stati Uniti d’America, i quali al momento stanno ancora osservando il tutto. Comprendo che ciò provochi una grande frustrazione; noi agiamo con tutti i colleghi degli altri Paesi europei per fare quanto è nelle nostre mani, ma capisco che a molti questo non basta".