Ticino
"Basta appalti a ditte in odor di mafia"
"Basta appalti a ditte in odor di mafia"
"Basta appalti a ditte in odor di mafia"
Redazione
8 anni fa
Dopo il caso della Condotte-Cossi, Regazzi torna a interrogare il Governo sul tema delle infiltrazioni mafiose

Torna alla carica il consigliere nazionale PPD, nonché presidente di AITI, Fabio Regazzi, con una nuova interrogazione sul tema infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. Lo fa a poche settimane dalla risposta del Consiglio Federale a un'altra sua interrogazione definita dallo stesso Regazzi "deludente".

Pochi giorni fa la ditta Condotte-Cossi è stata esclusa da un appalto da 100 milioni per opere da capomastro e pavimentazione sulla A2 tra Airolo e Quinto. La ditta - una multinazionale italiana ma attiva da anni in Svizzera - è già stata al centro di vicende giudiziarie in Italia (anche per accuse legate alla mafia). Nel 2008, in piena gara di appalto Alptransit, a Condotte viene ritirato in Italia il certificato antimafia (in piena gara d’appalto al Ceneri) e qualche anno dopo in Calabria 5 manager della Condotte sono arrestati con l'accusa di associazione mafiosa per la caduta di un tunnel stradale in fase di esecuzione sulla Salerno-Reggio Calabria. Nel 2016 invece un suo manager è stato coinvolto nelle indagini sul terzo valico tra Liguria e Lombardia. Il presidente del Consorzio Condotte-Cossi risulta inoltre indagato in Italia per turbativa d’asta nell'ambito di un appalto da 68 mio.

Nonostante l'esclusione dall'appalto, Fabio Regazzi non si ferma e chiede al Governo che sia fatto qualcosa per combattere il fenomeno infiltrazioni nel suo insieme.

"Si certo - spiega il diretto interessato ai microfoni di Radio3i - il pericolo non è solo relativo a questo appalto perché ormai il fenomeno sta sempre più prendendo piede in Svizzera. Il Consorzio Condotte-Cossi ad esempio ha vinto molti appalti. Ad esso sono stati assegnati i lavori nel 2009 per lo scavo della Galleria di base del Ceneri (1 mia. e 71 mio. CHF); nel 2015 quello del tunnel dell'Albula II, (255 mio. CHF); nel 2017 l'appalto per Armasuisse sul Ceneri, (10 mio circa); e potrei andare avanti", conclude Regazzi.

Ma ora cosa si può fare di concreto? "Bisogna prevedere ad esempio nella legge sugli acquisti pubblici, che tra l'altro è in revisione a livello federale, una norma che consente di escludere aziende i cui manager sono implicati in procedimenti penali, anche gravi come ad esempio l'associazione a delinquere di stampo mafioso o turbativa d'asta negli appalti pubblici, etc. Quindi una sorta certificazione per cui l'azienda che concorre non ha nessun tipo di coinvolgimento in procedure penali sia in Svizzera che all'estero".

Ascolta l'AUDIO integrale di Radio3i

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