
Niente da fare, all’Oceano di Pazzallo le ipotesi accusatorie d’usura continuano a non essere provate. Dopo il giudice dei provvedimenti coercitivi, anche la Corte dei reclami penali ha affossato le tesi del procuratore generale John Noseda. Il quale però non si ferma e annuncia un ricorso al Tribunale federale.E quella della massina istanza sarà una sentenza cruciale perché finalmente potrebbe fissare i paletti sui prezzi delle stanze affittate alle prostitute. Il procuratore generale lo scorso settembre aveva promosso un procedimento penale nei confronti degli Albertalli, i gerenti del locale di Pazzallo, per titolo di usura, promovimento della prostituzione e riciclaggio di denaro. Furono rilasciati dopo che il pg sottopose loro due condizioni in sostituzione del carcerazione. La chiusura del bar, dove le ragazze adescavano i clienti e un abbattimento generale dei prezzi delle stanze. Ma le tesi del procuratore generale sul caso Oceano non trovarono d’accordo il giudice Claudia Solcà, in assenza di gravi indizi di colpevolezza e ritendendo inesistenti gli estremi dei reati. Non fu provata l’usura. Non fu provato il promovimento della prostituzione. Inoltre la proposta delle misure sostitutive fu ritenuta alquanto singolare e verosimilmente non contemplata dalla legge. Quindi ad oggi i prezzi delle camere per le prostitute rimangono un punto irrisolto. Sarà forse il ricorso al Tribunale federale deciso dal Ministero pubblico a fissare finalmente i paletti per distinguere una volta per tutte le tariffe ritenute corrette da quelle che sfociano nell’usura e nello sfruttamento delle prostitute. Matteo Bernasconi
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