
Sono storie da rabbrividire, quelle raccontate dalle badanti polacche che, in seguito ai suicidi di alcune di loro, hanno deciso di unire le forze per rivendicare i propri diritti, grazie al supporto del sindacato UNIA. Chi sfrutta chi?Ne abbiamo parlato settimana scorsa (vedi articolo correlato). E le reazioni non sono mancate. In particolare ci ha contattati una signora ticinese, che ha voluto raccontarci la sua personale esperienza con una badante polacca. Certo, la signora non vuole generalizzare. Ma non vuole nemmeno che tutte le badanti polacche siano viste come delle poverette, sfruttate dai datori di lavoro ticinesi, quando invece spesso è il contrario che accade. "Abbiamo dovuto licenziarla"“Ci siamo cascati in pieno” racconta la signora, che abita in un comune vicino a Bellinzona. “Questa badante ci ha illusi e poi ci ha trattati come la mucca da mungere. Abbiamo dovuto per forza licenziarla.” Una badante per la suoceraLa signora racconta di aver dovuto cercare una badante per sua suocera, non più autosufficiente. Proprio in quel periodo una sua vicina di casa stava per mandare via la propria badante, per recarsi in casa anziani. La signora ha quindi colto al volo l’occasione per proporre alla badante un nuovo lavoro. Paga raddoppiata“Questa badante, polacca, prima guadagnava 1800 franchi al mese, per 50 ore settimanali, e doveva dormire in un sottoscala” racconta la signora. “Noi, per incoraggiarla, le abbiamo offerto 3'500 franchi al mese netti, per 44 ore settimanali, e ovviamente una sua stanza. In più le pagavamo gli assegni per i figli in Polonia, malgrado uno di loro fosse già maggiorenne, e metà del premio di cassa malati.” "Si lamentava ma lavorava"La badante accetta e, all’inizio, tutto procede bene. “Nei giorni liberi, il sabato e la domenica, andava a lavare i piatti in un ristorante o a fare le pulizie, per guadagnare ancora di più. Ma, malgrado la badante facesse un po' la vittima, continuando a lamentarsi dei suoi problemi, mia suocera si trovava bene con lei.” Dopo due mesi... vacanze!Dopo due mesi, la badante chiede due settimane di vacanza, per andare in Polonia. “Gliele abbiamo concesse, malgrado non le avesse ancora maturate” racconta la signora. “È tornata e, pur continuando a lamentarsi dei suoi problemi, ha ripreso regolarmente il lavoro.” "Al sindacato mi hanno riso in faccia"La signora si fa molti scrupoli, vuole essere gentile con la badante, per cui chiama i sindacati per sapere se il salario che le versa è corretto. “Al sindacato mi hanno riso in faccia. Dov’è sua suocera che ci vado io a lavorare, mia ha detto la segretaria!” Una sera la mazzataLa paga, in effetti, è di gran lunga superiore alla media. Ma la badante non è dello stesso avviso. Infatti una sera chiama la signora per chiedere un aumento. “Voleva 900 franchi netti al mese in più. Io le ho detto: perché non ne chiedi direttamente 1'000? E lei mi ha risposto che non osava…” "Disgustata"La signora chiede alla badante di mettere le sue richieste per iscritto. La badante lo fa: vuole 900 franchi al mese in più, per giungere a una paga di 4'400 puliti, il pagamento di un’ora e mezzo al giorno di presunte ore supplementari non remunerate, per oltre 1'800 franchi, nonché la vacanze di Pasqua libere e pagate malgrado non le avesse ancora maturate. “Ci ha ricattati!” afferma la signora. “Io non ho potuto fare altro che licenziarla. Le ho pagato tutto fino all’ultimo centesimo ma, al termine di questa esperienza, posso dire di essere rimasta disgustata.” "L'agenzia non vuole più badanti polacche"La signora ha sostituito la badante polacca con una don
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