Ticino
Bacini ticinesi, “il livello è la metà di quello abituale”
Redazione
3 anni fa
Secondo il direttore delle Officine idroelettriche della Maggia, Marold Hofstetter, per migliorare la situazione attuale serve la pioggia. “Occorrono precipitazioni prolungate, con temperature relativamente miti anche in quota”

Ad oggi i livelli dei bacini ticinesi si trovano in una situazione critica, chiaramente al di sotto della media pluriennale. Come spiega ai microfoni di Ticinonews il direttore delle Officine idroelettriche della Maggia Marold Hofstetter, questo “è dovuto principalmente al fatto che in inverno è mancato l’innevamento abituale e quindi l’acqua di scioglimento di tali nevi, che normalmente riempie i nostri bacini, quest’anno non c’è stata”. Sicuramente “siamo almeno alla metà di quello che abitualmente dovremmo avere in questo periodo”.

Le cause e l’auspicio
Insomma, se oggi i livelli dei bacini ticinesi si trovano in una situazione critica, il problema ha origine a monte. Un quadro ora aggravato dal prolungato periodo di siccità. I conti verranno fatti a fine stagione, ma l’imperativo è categorico: deve venire a piovere. E non solo dei temporali sporadici, l’ideale “sarebbe una pioggia prolungata con temperature relativamente miti anche in quota, in modo che la precipitazione non avvenga sotto forma nevosa bensì liquida, e possa essere usata ancora quest’anno per la produzione”, precisa Hofstetter.

Decisivo l’autunno
Insomma, un 2022 non semplice, già cominciato con lo spettro di un’ipotetica penuria di energia dopo il mancato accordo con l’Unione europea, che il conflitto in Ucraina ha poi contribuito a rendere sempre più possibile. Giovedì, intanto, l’Udc è tornata a insistere sul mantenimento del nucleare, attaccando la sinistra e in generale l’approccio totalitario verso le rinnovabili. Il dibattito tiene banco perché dipendere dall’estero è rischioso. Il meteo, invece, non lo si può comandare. Hofstetter vuole però restare fiducioso: “sarà decisiva la situazione in autunno, all’inizio della stagione invernale. È lì che si faranno i conti, e se da oggi a quel momento avremo avuto delle importanti precipitazioni, andremo in un periodo invernale che potrebbe, dal punto di vista produttivo della nostra azienda, essere abbastanza soddisfacente”. Chiaramente “non possiamo produrre più di quanto abbiamo nei bacini”.

Alcuni dati
I bacini, grazie al loro sfruttamento, solitamente generano all’anno 1’265 Gigawattora, ovvero il fabbisogno di 250'000 economie domestiche. Il 20% viene acquistato dal Ticino dove, in generale, il 95% dell’energia prodotta proviene proprio dall’idroelettrico. Considerando che tra i piani del Consiglio federale per affrontare la crisi energetica c’è anche l’idea di obbligare le aziende a disporre di riserve per l’inverno, si capisce quanto la siccità stia complicando il quadro. “Non sappiamo quanto dobbiamo tenere in riserva e questo chiaramente è un po’ problematico, perché nel frattempo il fabbisogno c’è anche in estate. I nostri bacini potrebbero, in teoria, anche essere vuotati già d’estate e una volta che sono vuoti, possono anche ordinarci di tenere una riserva, ma se l’acqua non c’è, non c’è”, conclude Hofstetter.

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