
Alpe Rompiago, 1'225 metri, monti della Capriasca. È qui che, attorno alle 8 di questa mattina, è stato avvistato un branco di lupi, cinque esemplati in tutto. Il guardiacaccia è stato avvisato immediatamente. Resta da capire adesso se si tratta degli animali già accertati tra i monti della Val Colla e quelli italiani o se si tratta di altri lupi. La certezza è che per chi lavora nel settore primario la situazione è complicata. “Noi teniamo molto ai nostri animali e non certo per una questione di soldi”, spiega a Ticinonews Maurizio Minoletti dell’agriturismo Alpe Rompiago. “Adesso ci chiediamo se sia meglio continuare o smettere”. La preoccupazione è rivolta al periodo estivo “che dovremmo in teoria trascorrere qui”.
“Una situazione insostenibile”
Le condizioni per gli allevatori, come detto, sono destinate a peggiorare, perché “chiaramente i branchi si riproducono e quindi gli esemplari aumentano. Gli animali nei prossimi giorni staranno ancora all’interno e in futuro cercheremo di provare a proteggerli con i cani”, prosegue Minoletti, che per questa volta se l’è cavata con un grande spavento. Questa mattina, con un comunicato stampa, l’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori ha definito la situazione attuale “insostenibile”. Anche perché fra un mese gli animali dovrebbero uscire al pascolo. “Sicuramente la forma storica di alpeggio è quasi da dimenticare. Bisognerà vedere come continuare facendo fronte a costi supplementari: pastore, recinzioni, cani, produzione di latte inferiore e quant’altro”.
Maggiore presenza di lupi
Gli animali vorrebbero uscire dal recinto, ma ad oggi è impossibile. Questo si traduce in costi maggiori, per il fieno, e più lavoro, quantificato in un’ora e mezza. Sempre secondo l’associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori, gli avvistamenti in Ticino durante questi primi due mesi dell’anno lasciano intendere una presenza maggiore di lupi rispetto allo scorso anno, che a livello di attacchi e capi predati era già stato terribile. Tornando al caso di oggi, non si sa se il branco sia lo stesso già avvistato tra la Val Colla e i monti italiani, non distanti da qui. “Al momento non riusciamo a capire quanti lupi ci siano tra Val Colla e Capriasca. L’Ufficio Caccia e pesca non riesce a darci dei numeri. Si parla comunque di minimo una decina di esemplari”. A livello di tutela “non mi sento totalmente tutelato. Se dipendesse da me, sicuramente darei mandato di abbattere qualche esemplare. Non è normale che i lupi si avvicinino così tanto all’uomo e alle aziende”, termina Minoletti.