Ticino
Autogestione, ecco la proposta del Municipio
Marco Jäggli
3 anni fa
Teleticino ha visitato l’ex depuratore di Cadro, uno spazio di oltre 10’000 metri quadri, seppur lontano dal centro e che necessita degli interventi. Schnellmann: “Ora aspettiamo un rappresentante dell’autogestione”

L’ex depuratore di Cadro: questa il sedime proposto dal Municipio come nuova casa del centro sociale il Molino. Entrato in servizio nel 1989 e in funzione fino al 2017, nei prossimi giorni l’impianto passerà dal Consorzio depurazione acque del medio Cassarate alla Città di Lugano, che lo ha acquistato. Tra i vantaggi che favorirebbero la scelta l’assenza di abitazioni nel circondario oltre alla metratura. Teleticino l’ha visitato insieme al consigliere comunale e deputato in Gran Consiglio Fabio Schnellmann, coordinatore del gruppo di lavoro che si preoccupa proprio di trovare un nuovo spazio agli autogestiti: “Io dico che il sedime è ottimo e ben si presta a un sistema di autogestione. Sono oltre 10'000 metri quadri con circa 370 e rotti di questi al coperto tra autorimessa e vecchi uffici. Qui l’autogestione può dar spazio all’inventiva e alla creatività dei suoi componenti: tra vasche e costruzioni cilindriche c’è spazio per fare tutte le loro attività: dalla biblioteca alla discoteca fino alla sala musica e alla sala lettura”.

“Serve un rappresentante”
A questo punto, secondo Schnellmann, quello che serve è un rappresentante del Molino che possa valutare la proposta: “Bisogna individuare una persona di collegamento all’interno dello CSOA a cui si possa far riferimento per venire a visitare il sedime. In più, aggiungo, questa zona è extraurbana ma prossimamente la rete dei trasporti pubblici luganesi verrà potenziata, quindi il mezzo pubblico si fermerà a poche decine di metri dal sedime”.

Necessari interventi
La distanza dal centro resta uno scoglio importante, ma secondo il deputato si può ridurre grazie ai mezzi pubblici. In ogni caso saranno necessari dei lavori: “Andranno fatti degli interventi che andranno preventivamente discussi proprio con gli autogestiti, per capire cosa vogliono fare in che locale. Una volta individuato quello si può sedersi attorno al tavolo e far effettuare i lavori necessari. E attorno al tavolo dovrà esserci anche il Cantone”.

Più distanza dalle abitazioni
Infine un vantaggio chiaro, almeno per la Città, è sicuramente la minor lontananza dagli edifici residenziali, con lo stesso Schnellmann che peraltro vive in un’area contigua: “È chiaro che il sedime ex macello era proprio in una zona urbana con abitazioni a poche decine di metri. Qui le abitazioni sono un po’ più distanti, la prima è a un chilometro o poco meno. Sarà però importante non lasciare andare la cosa come è stato all’ex macello ma definire delle regole e dei concetti chiari per l’autogestione, con orari, permessi e licenze”.

Una soluzione a breve termine?
Domani, giovedì 10 giugno, il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli incontrerà la commissione sanità e socialità del Gran Consiglio con Norman Gobbi e Raffaele de Rosa: “Si spera che finalmente anche il Cantone faccia la sua parte. È vero, questa diventerà una proprietà della Città di Lugano, però ripeto che sul territorio cantonale ci sono diverse altre proprietà che potrebbero prestarsi a un’autogestione. Io penso che appena si troverà una soluzione condivisa che andrà bene a tutti e tre i partner di manifestazioni di protesta in piazza non ne avremo più: per questo è importante attivarsi in tempi brevissime”.

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