Ticino
Aumentare i contributi cantonali per le scuole di musica, riuscita l'iniziativa
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Daniele Coroneo
6 mesi fa
L'iniziativa "100 giorni per la musica" ha ottenuto le firme necessarie per portare i ticinesi alle urne. Gli iniziativisti chiedono che il Cantone si sobbarchi il 50% dei costi delle formazioni musicali dei giovani.

I ticinesi si recheranno alle urne per decidere se il Cantone dovrà finanziare maggiormente le scuole di musica riconosciute. L'iniziativa popolare elaborata "100 giorni per la musica" è infatti riuscita: in conferenza stampa, gli iniziativisti hanno annunciato di avere raccolto 10'853 firme valide, ovvero quasi 4'000 in più di quelle necessarie per portare il popolo ticinese alle urne. L'iniziativa chiede che il Cantone finanzi le scuole di musica riconosciute nella misura del 50% dei costi della formazione musicale per giovani residenti. Fondi che "oggi mancano", ci dice Luca Medici, direttore della Scuola di musica del Conservatorio della Svizzera italiana. "Lo vediamo nel tipo di strumentazione di cui disponiamo, ma anche nel tipo di utenza che abbiamo: alcune famiglie faticano a sostenere i costi di una formazione musicale".

Soldi

Con la "Legge sulla promozione della formazione musicale", gli iniziativisti vorrebbero rispondere a questa difficoltà: il testo dell’iniziativa prevede esplicitamente una “riduzione delle rette a carico di giovani residenti in Ticino”. In cambio, il Cantone eroga un contributo alle scuole musicali che deve coprire la metà dei costi infrastrutturali e gestionali, dei salari del personale direttivo e amministrativo e anche dei salari, degli oneri sociali e previdenziali degli insegnanti di musica. Questa categoria sarebbe infatti oggi confrontata a retribuzioni basse, inadeguate rispetto al livello di formazione degli insegnanti, che spesso affiancano la docenza a una carriera professionistica. "Questi musicisti hanno spesso due, tre, fino anche a quattro lauree", commenta ai nostri microfoni Elisa Netzer, arpista e insegnante presso il Conservatorio. "Per garantire la qualità dell'insegnamento non mancano maestri che hanno studiato anche 30 anni. Questa professionalità va rispettata e la cultura non può essere l'ennesimo settore in cui un giovane formato debba essere costretto a lasciare il Ticino".

Fronte comune

L’iniziativa è stata lanciata da un fronte compatto composto da "scuole di musica, bande e cori", spiega Matteo Piazza, presidente della Federazione delle Scuole di musica ticinesi. "È la prima collaborazione pratica che emerge da una carta d'intenti sottoscritta da questi attori nel 2018. Questa prevedeva azioni comuni in caso di interessi condivisi, artistici ma soprattutto politici". Piazza considera l'iniziativa "il primo banco di prova riuscito" di questo fronte. "La grande risposta della popolazione e l'appoggio di tutta la classe politica lasciano ben sperare".

Il ruolo dei Comuni

L’iniziativa è sostenuta, a titolo personale, da esponenti politici di sinistra, centro e destra. La richiesta di contributi pubblici non può però fare a meno di tenere conto della delicata situazione delle finanze cantonali. Anna Biscossa non siede più in Gran Consiglio, ma per la musica chiede un occhio (o un orecchio) di riguardo. "Bisogna trovare le risorse e deve farlo sì il Cantone, ma questi deve pure creare un'alleanza forte con i Comuni perché anche loro finanzino". Secondo i promotori, il Ticino attualmente non rispetta la Costituzione federale con l’articolo 67a, che stabilisce che Confederazione e Cantoni devono promuovere la formazione musicale, in particolare dell’infanzia e della gioventù. Nell'articolo non c'è però alcun riferimento agli aspetti finanziari della formazione. "È per questo che credo che il Cantone debba aumentare il suo impegno", risponde l'ex deputata socialista. "Non deve però farlo da solo: la promozione delle scuole di musica deve passare anche dai Comuni".