Ticino
Aumenta la povertà anche da noi, ma “non stupisce”
Immagine CdT
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Gli ultimi dati della Confederazione sono preoccupanti: ben 8mila persone rischiano di perdere il proprio alloggio. Presidente di Sos Debiti: “Le persone arrivano da noi con gli zaini pieni di fatture ancora da saldare”

A Bellinzona i lavori per realizzare il centro di prima accoglienza Casa Marta procedono spediti. La struttura ha l’obiettivo di offrire un tetto a chi non ce l’ha più e a chi ha perso tutto e forse anche la forza di andare avanti. I lavori dovrebbero concludersi a metà dell’anno prossimo.

Una realtà molto presente
Una mano tesa a una realtà nascosta, ma presente. Proprio ieri, uno studio commissionato a livello federale parla di 2’200 senzatetto nella ricca Svizzera. Ben 8mila le persone che rischiano di perdere il proprio alloggio e per il presidente della Fondazione Casa Marta Renato Minoli si tratta solo della punta dell’iceberg. Soprattutto, dopo due anni di pandemia. Le ultime stime del Dipartimento Sanità e Socialità parlano di due richieste a settimana, troppe in rapporto ai posti letto ora disponibili in Ticino. “Ancora recentemente le autorità cantonali hanno detto che è necessario avere quattro strutture di questo tipo”, spiega Minoli. “Noi avremo circa una trentina di posti letto e ci saranno due appartamenti per le famiglie. Questa struttura è per un’accoglienza temporanea”. Secondo un’analisi condotta dall’Ufficio federale di statistica nel 2019 la povertà in Svizzera colpisce soprattutto famiglie monoparentali, persone sole e senza formazione scolastica post-obbligatoria. In cifre parliamo dell’8,7% della popolazione. Quanto ai senzatetto le cause possono essere davvero svariate: dai debiti ai problemi di dipendenza.

Zaini piene di fatture da saldare
Anche la responsabile di Sos Debiti Simona Bernasconi Zambianchi ha commentato la triste e quasi irreale situazione elvetica e ticinese. Infatti, ha spiegato che le cifre non la stupiscono. Talvolta le situazioni sono delle più disperate e capita anche di ritrovare le persone in cerca di aiuto con gli zani piene di fatture da saldare. Ad ogni modo, sottolinea la responsabile, “non trovare un alloggio è davvero preoccupante, abbiamo un sistema sociale ben strutturato che non dovrebbe permettere situazioni del genere”. “Ci sono persone che non riescono a pagare le fatture perché altrimenti non potrebbero mangiare con regolarità”, racconta. “La pandemia ha acuito quello che poteva già essere un disagio, le persone che riuscivano ad arrivare a fine mese senza poter risparmiare ma semplicemente pagando le fatture nel momento in cui si sono ritrovate con una diminuzione di stipendio o il personale a ore che hanno perso parte del salario si sono ritrovati in una situazione drammatica”, continua. “Non bisogna dimenticare che c’è anche chi non ha potuto riottenere il posto di lavoro e ci sono tanti piccoli imprenditori che purtroppo hanno visto fallire la propria attività e in questo caso purtroppo si creano situazioni spiacevoli”, aggiunge. Insomma, ad un certo punto si continua ad accumulare le lettere e ad avere l’ansia a scoprire ciò che le buste riservano. “Per alcuni è difficile anche aprire la corrispondenza”, racconta. “Capita sempre più spesso che persone arrivano da noi con le borse della spesa piene di fatture da pagare”.

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