
Ieri erano giunte le prese di posizione di PLR e MPS. Ora è il momento dell’Associazione ticinese dei giornalisti (ATG) di prendere le difese di Francesco Lepori, giornalista della RSI, il cui commento al “Quotidiano” sulle nomine dei procuratori pubblici era stato stigmatizzato tramite richiamo formale alla CORSI da parte della maggioranza della Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio.
La Commissione parlamentare aveva condannato il commento in diretta del redattore: in una nota, i commissari ritengono che la trasmissione informativa abbia “trasformato un proprio cronista in esperto, permettendogli di proferire, senza il benché minimo contraddittorio, affermazioni gravemente faziose e infondate che delegittimano in modo gratuito e inqualificabile il serio e approfondito lavoro svolto dalla Commissione e finanche l’agire dell’intero Parlamento cantonale”.
“Esperto davvero”
Per mezzo di un comunicato, l’ATG precisa che “il giornalista del Quotidiano Francesco Lepori, a differenza di quanto scrive la Commissione, non è stato “trasformato” in esperto di questioni giudiziarie, ma è un esperto di questa materia, sulla quale riferisce da diversi anni e sulla quale ha già pubblicato ben tre libri. Si tratta pertanto di un collega che si muove da tempo in questo ambito e che conosce a fondo questo argomento.” Inoltre, “La struttura di quella puntata del Quotidiano – era il 14 dicembre scorso – ha permesso al telespettatore di poter distinguere chiaramente la parte relativa alla cronaca da quella dedicata al commento, commento che per sua stessa natura non prevede un dibattito o un contradditorio. Si è quindi rispettato il criterio, alla base della nostra professione, che vuole che la notizia sia ben distinta dall’analisi o dal commento.”
Ingerenze della politica ticinese nella stampa
Secondo l’ATG, l’operato del cronista è dunque stato deontologicamente corretto. Timori sono quindi espressi sul rispetto della libertà di stampa, alla base della professione del giornalista: “Più in generale la nostra Associazione vuole esprimere la propria preoccupazione per la crescente ingerenza del mondo della politica ticinese sull’operato dei giornalisti – e anche dei fotografi - che operano sul nostro territorio. Critiche e dissensi fanno parte delle regole del gioco, ci mancherebbe, ricordiamo però che c’è pur sempre una distinzione dei ruoli e che questa va rispettata. Rispetto che, dalle segnalazioni che riceviamo, rischia sempre più di venir compromesso a scapito della libertà giornalistica, alla base della nostra professione.”
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