
Vive in una vecchia casa a tre piani nel nucleo storico di Cadro. Una di quelle case con le scale di pietra e tante piccole stanze disposte un po' a casaccio. Salendo mi mostra i locali: quello dove custodisce le tele, quello straripante di libri, quello dove dorme e quello dove tiene catalogata la sua lunga produzione. Da una libreria estrae un classificatore viola. Uno dei tanti. Lo sfoglia. Dentro, avvolti ognuno nella sua busta di plastica trasparente, ci stanno una miriade di disegni e schizzi, perlopiù a matita. “Li faccio per tenere caldo il motore”, mi dice. Me lo ripete un paio di volte mentre velocemente gira le pagine. Intravedo un profilo di Céline, accanto un groviglio di volti e corpi. “A volte diventano quadri, a volte semplicemente registrano il momento”. E Renzo Ferrari sicuramente è artista del momento - dell’attimo - trasferito sulla tela con trasporto e immediatezza, capace quindi di dialogare col tempo.
Inizia così il primo ritratto di un ciclo che TeleTicino dedica ad alcuni importanti artisti ticinesi, tra cui Renzo Ferrari, Nag Arnoldi, Massimo Cavalli, Samuele Gabai e Paolo Bellini. Si comincia questa sera alle 21:45 (martedì 7 gennaio) con Renzo Ferrari, incontrato nel suo atelier di Cadro da Francesco Pellegrinelli. 25 minuti di intervista che spaziano dagli anni milanesi fino alla scelta maturata non senza difficoltà di tornare a lavorare in Ticino, a Cadro, lontano da quella Milano che lo ha visto crescere e affermarsi come pittore.
E questa, in sostanza è la struttura che ritorna in ogni ritratto, la formula è semplice: trascorrere mezza giornata nell’atelier di un artista per conoscere quei luoghi e quelle storie che solitamente restano inaccessibili al pubblico. Ecco allora il vero valore di questi brevi ritratti che offrono un piccolo spaccato di vita lontano dalla descrizione didascalica dell’opera, per scoprire - senza filtri giornalistici - la personalità di chi davanti alla telecamera si racconta, a volte con reticenza, altre con maggiore disinvoltura.
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