Ticino
"Arrabbà ciccì coccò c'è il cadavere di un impiccò..."
"Arrabbà ciccì coccò c'è il cadavere di un impiccò..."
"Arrabbà ciccì coccò c'è il cadavere di un impiccò..."
Redazione
8 anni fa
Una poesia pubblicata sulla rivista della Polizia fa infuriare i lettori. "Humor nero ma non voleva essere irrispettoso"

"Arrabbà ciccì coccò c'è il cadavere di un impiccò...". Così comincia la poesia presente nel numero di ottobre di Polizia Ticinese, la rivista della Polizia Cantonale ticinese, che ha fatto infuriare alcuni lettori. Il testo, scritto da Emilio Scossa-Baggi nel 1987, ha dei toni piuttosto macabri sul rinvenimento di un cadavere.

"Una brutta uscita, in concomitanza con il suicidio della Farera di qualche giorno fa", racconta un lettore a Ticinonews.ch. Contattata dalla redazione, la Polizia Cantonale tiene a sottolineare che non c'è alcun nesso, neanche temporale, tra la poesia e il suicidio nel carcere ticinese e che "nelle intenzioni dell’estensore dello scritto, non vi era la volontà di essere irrispettoso".

"Da parte della redazione - spiega la Polizia - l'intenzione era quella di concedere uno spazio "particolare" e rappresentativo dell'autore. Questo, su sua esplicita richiesta e quale omaggio ai suoi 20 anni di onorato servizio come membro attivo della rivista. Con il senno di poi la redazione si è resa conto che il testo di humor nero, che notoriamente contraddistingue da anni l’autore, conosciuto da tutti gli appartenenti al Corpo di Polizia, mal si concilia con la sensibilità di alcuni".

"In base a questa considerazione, la scelta redazionale di pubblicarla è stata ritenuta infelice" conclude la Cantonale in risposta a Ticinonews.

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