Ticino
Aria di referendum sul salario minimo: "Il Governo non fa centro"
Aria di referendum sul salario minimo: "Il Governo non fa centro"
Aria di referendum sul salario minimo: "Il Governo non fa centro"
Redazione
8 anni fa
I Verdi per nulla soddisfatti della proposta govenativa: "Questi salari non permettono di vivere dignitosamente"

I Verdi del Ticino, fautori dell'iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino", non sono affatto soddisfatti della proposta presentata oggi dal Governo sul salario minimo che, ricordiamo, prevede una forchetta che oscilla tra i 18.75 e i 19.25 franchi lordi all'ora per ramo economico (vedi articolo suggerito). 

Secondo il movimento ecologista le cifre pubblicate dal Consiglio di Stato "disattendono totalmente lo scopo del salario minimo sociale, ovvero quello di poter permettere ai cittadini e alle cittadine risiedenti su territorio ticinese di poter vivere senza ricorrere agli aiuti sociali". Per i Verdi il Governo non ha dunque proposto "una soluzione concreta per arginare il problema della povertà ticinese che ricordiamo essere il cantone con il più alto tasso di povertà della Svizzera".

"Le basi di calcolo prese per definire le cifre sono inoltre arbitrarie e non corrispondono a quanto stabilito dalla sentenza del tribunale federale" aggiungono i Verdi. "Oltre a ciò per valutare il salario differenziato a livello internazionale si calcola una base minima del 60% del salario mediano di categoria e non il 55% come scelto dal Consiglio di Stato. Ma questo è solo un esempio".

I Verdi del Ticino valuteranno quindi attentamente e approfondiranno il meccanismo scelto per definire queste cifre. "Ma è certo sin da ora" ribadiscono, "che se le cifre non permetteranno ai residenti di vivere dignitosamente con il loro salario sarà referendum".

Per approfondire il tema, I Verdi del Ticino ricordano che,in occasione dell’assemblea ordinaria del partito previsto sabato 11 novembre 2017 presso la sala del Consiglio Comunale di Bellinzona, dalle 17h00 avrà luogo un confronto tra il Consigliere di Stato e capo del Dipartimento delle Finanze Christian Vitta, appoggiato dal direttore di AITI Stefano Modenini, e la gran consigliera Michela Delcò Petralli ed il sindacalista UNIA Enrico Borelli.

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