L'ospite
Aracnofobia, chi ha paura dei ragni?
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Redazione
5 mesi fa
Ospite venerdì sera a Ticinonews c’è stata Francoise Ansermet, appassionata di aracnidi e organizzatrice di corsi atti a combattere la fobia nei loro confronti. Durante la puntata ci sono state spiegate alcune curiosità sulla loro natura.

Venerdì sera nello studio di Ticinonews non c’erano solo conduttori e ospiti, ma anche delle tarantole. Ospite dell’edizione c’è infatti stata l’appassionata di aracnidi Francoise Ansermet, che organizza anche corsi per combattere la paura che moltissima gente ha nei confronti dei ragni o degli aracnidi in generale. Una passione decisamente particolare, quella di Ansermet, alla quale abbiamo infatti chiesto quando è nata e perché. “Io penso che sia come qualsiasi altra passione: c'è chi ce l'ha per gli insetti, chi per i cani. La mia passione è nata circa 10 anni fa cominciando a lavorare con loro. Li ho studiati e sono andata a cercarli, dopodiché mi sono praticamente innamorata di loro”.

Se non esistessero dei ragni al mondo, noi saremmo sommersi da più o meno 2,5 metri cubi di insetti
Francoise Ansermet appassionata di aracnidi

Ragni fondamentali per l’ecosistema

In Svizzera, stando al sito della Confederazione nella parte dedicata ai ragni, vivono circa 1’000 specie diverse e sono importanti per l'ecosistema perché si nutrono di insetti. “Possiamo quindi dire che ci salvano addirittura la vita. C’è anche uno studioso che ha constatato grazie a una ricerca che se non esistessero dei ragni al mondo, noi saremmo sommersi da più o meno 2,5 metri cubi di insetti, perciò non possiamo fare altro che ringraziarli, perché sono veramente molto utili”.

Utili, ma spaventosi per molti

Eppure, nonostante la loro evidente utilità, c'è ancora molta gente anche che ha una seria paura dei ragni, ma da cosa deriva? “Può venire da piccoli, perché i nonni già dicevano di non toccare questo ragno perché velenoso o mortale. E tanti la pensano ancora così. Ma questa paura può venire anche da una brutta esperienza: un bimbo magari troppo piccolo che ha visto film che non avrebbe dovuto dove fanno vedere, come ad esempio nel secondo film di Harry Potter dove ad un certo punto arrivano tantissimi ragni. Questo può quindi portare ad averne paura, se non essere addirittura terrorizzati”. Recenti studi hanno però anche dimostrato che potrebbe anche essere una questione di DNA.  “Una nostra bisnonna magari aveva già paura dei ragni e allora viene trasmesso nel DNA anche alle generazioni future”.

Una paura giustificata?

Ma la paura per i ragni è davvero giustificata? Anche perché alle nostre latitudini non sono presenti ragni velenosi, come ci conferma Ansermet. “Nessuno dei ragni in Svizzera è di rilevanza medica, la paura viene proprio più dalle otto zampe, ma non sono assolutamente pericolosi per noi”. Ciononostante, la paura non sembra volersene andare, motivo per cui l’appassionata di ragni organizza corsi per curare l’aracnofobia, in cui si mette – ad esempio – un piccolo ragno in mano di chi ha paura. Si può quindi guarire? “Io non pretendo che si vada dall'odiarli all'amarli, però almeno avere la possibilità di gestire questa paura. Nel senso che se vado in cantina non vado guardando il soffitto ma vado tranquilla, so che ci sono i ragni ma non succede niente. Alla fine è poi solo una questione di conoscenza”. Durante i corsi si parla moltissimo: sono corsi che durano almeno 2h30 e possono arrivare anche alle 4h, “il più lungo che ho fatto”. Chiacchierando si sfatano così alcuni miti sui ragni e si cerca di conoscerli e a capirli meglio. “Si impara quindi a vederlo sotto un altro aspetto: il famoso mostro è tutta apparenza. Man mano che vado avanti e se la persona che ho davanti è pronta, si comincia a vedere delle immagini, magari le mute dei ragni”. Più si va avanti, più ci si avvicina all’animaletto, “poi sta alla persona farmi sapere se se la sente di prenderlo in mano oppure basta vederlo. Non è obbligatorio averci un contatto”.

Non sono animali con cui si può interagire: l'unica cosa che gli interessa è ricevere cibo regolarmente
Francoise Ansermet appassionata di aracnidi

Un animale pacato e delicato

Le due tarantole presente in studio sono state praticamene immobili per tutta l’intervista. “Non sono animali con cui si può interagire: l'unica cosa che gli interessa è ricevere cibo regolarmente. È vero, però, che tirandolo fuori un po’ più spesso dalla sua teca o dalla scatola si abitua di più a stare in mano. Ma quando sono di grosse dimensioni evito di farlo, perché anche se è grosso, un ragno può morire cadendo anche solo da 20cm. Se si vuole interagire con loro bisogna farlo stando seduti a un tavolo”. Ma quanto può vivere una tarantola? “La femmina della migale può arrivare a 20-25 anni, mentre il maschio solo a 4 - 5 anni a dipendenza della specie”.