
"Non siamo contrari, ma è difficilmente realizzabile". È questa la risposta del Consiglio di Stato ticinese alla proposta di aprire più a lungo (tutto l'anno o almeno per un periodo prolungato) il Passo del San Gottardo avanzata a livello ticinese dal Comitato Libertà, Energia, Ambiente (LEA) del PLR ticinese, sulla scia di quanto fatto a livello nazionale dal consigliere nazionale argoviese Benjamin Giezendanner (Udc). Per l'esecutivo ticinese, si legge sul Corriere del Ticino, "la futura apertura di una seconda canna dovrebbe migliorare efficacemente lo scorrimento del traffico, evitando chiusure totali dell’asse nord-sud per ogni problema, anche minore" e visto che "il numero di passaggi in inverno subisce un’importante contrazione, si può ipotizzare che un’eventuale apertura del passo non porterebbe a riduzioni percepibili del traffico nel tunnel". Inoltre, "l'investimento risulterebbe probabilmente sproporzionato e senza garanzia di un prolungamento significativo del periodo di apertura". Un investimento che, ricordiamo, sarebbe di circa 300 milioni di franchi per realizzare diversi tunnel e semigallerie paramassi e paravalanghe, oltre a 1.2 milioni per la gestione dell'esercizio.
"Sarebbe un'alternativa strategica"
Sentito dal foglio di Muzzano, Christian Fini, presidente della Lea, spiega che "il Passo potrebbe rappresentare un’alternativa strategica in situazioni critiche. Anche perché, né un secondo tunnel autostradale né una linea ferroviaria sono immuni da chiusure improvvise o incidenti. Affidarsi a due soli assi, come se fossero infallibili, è più un atto di fede più che una strategia di mobilità".