L'eutanasia continua a essere praticata in Ticino? E se sì dove, visto che il Municipio di Melano ha negato il cambio di destinazione per l'unico immobile in cui finora veniva offerta l'assistenza al suicidio?

Sono interrogativi che sorgono spontanei alla luce di un'intervista al presidente di Exit Italia Emilio Coveri pubblicata sul Corriere di Como di oggi.

Il presidente dell'associazione che promuove il diritto alla "dolce morte" sostiene infatti di ricevere ancora oggi un centinaio di chiamate ogni settimana da parte di persone ammalate che vivono nella vicina Penisola e che gli chiedono di poter venire in Svizzera per porre fine ai propri giorni.

Tutte queste persone, spiega Coveri, vengono invitate a sottoscrivere un testamento biologico, che viene verificato dall'associazione per stabilire l'idoneità o meno all'eutanasia. Coloro che passano questo scoglio sono "alcune decine l'anno", afferma ancora Coveri, tutte persone che vengono poi indirizzate da Exit Italia verso strutture "a Berna, Basilea, Zurigo e Lugano".

Lugano? Dove? Exit Italia sostiene di operare in collaborazione con la Liberty Life, l'associazione con sede a Riva San Vitale che aveva aperto la casa della morte di Melano. Ma in quella casa l'associazione non è autorizzata ad operare e nel frattempo non risulta sia stata trovata un'ubicazione alternativa in Ticino. E la stessa associazione aveva già in precedenza smentito le voci secondo praticava l'eutanasia in un palazzo di Paradiso.

Per ottenere maggiori lumi abbiamo quindi contattato la Liberty Life, ma ci è stato detto che non intendono rilasciare dichiarazioni alla stampa. Dunque il mistero, almeno per ora, permane.

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