
Il giro di boa è già stato compiuto: siamo nella seconda parte della legislatura 2023-2027. Restano poco meno di due anni per lasciare un segno nella politica ticinese e le elezioni cantonali iniziano a stagliarsi all'orizzonte. La direzione dell'Udc Ticino si è riunita con i suoi granconsiglieri in un workshop, definito in un comunicato "un importante momento di lavoro operativo, riflessione politica e definizione delle priorità per la seconda parte della legislatura". L'incontro, svoltosi oggi al Canvetto Luganese, è stato centrato sugli "atti parlamentari pendenti e nuovi da preparare da qui al 2027", ma anche sulla comunicazione del partito e sulla sua presenza sul territorio, oltre che sulle "valutazioni sugli scenari elettorali futuri, inclusa l’ipotesi di un’alleanza con la Lega dei Ticinesi".
"Confronto con Lega e base"
Come noto, quest'ultimo punto rappresenta una grande incognita. Già traballante alle ultime elezioni cantonali, una riedizione dell'alleanza Lega-Udc è tutt'altro che scontata. Tra le due forze politiche di destra non mancano gli elementi di attrito, a cominciare dall'eventuale ricandidatura del consigliere di Stato Claudio Zali, più volte scontratosi con l'Udc. I democentristi ticinesi specificano che "una decisione sarà presa entro la fine dell’anno, dopo un confronto con gli attuali alleati e un necessario ascolto della base del partito. Tutte le opzioni rimangono aperte e percorribili".
Battaglie storiche
Durante il workshop, l'Udc ha voluto rimarcare il suo attivismo per la "riduzione dell'apparato statale e della burocrazia" a favore di "finanze pubbliche sane", così come per "una politica fiscale a misura di ceto medio e Pmi, e uno Stato sociale che non sfoci nell’assistenzialismo, ma che promuova responsabilità individuale, lavoro e intraprendenza".