Ticino
Allarmismo meteorologico, andato troppo oltre?
Immagine CdT/Zocchetti
Immagine CdT/Zocchetti
Redazione
3 anni fa
Per commentare la canicola di questi giorni alcuni siti hanno utilizzato termini molto forti. Marco Gaia (MeteoSvizzera): “Noi cerchiamo di pesare le parole”

La canicola è il tema centrale di questi giorni. Un argomento che monopolizza l’attenzione e i dibattiti, sia tra le persone sia nel mondo dell’informazione. E la tendenza a usare un linguaggio catastrofista parlando di previsioni del tempo non è una novità. Ultimamente però c’è chi si è distinto particolarmente in tal senso. Il portale Meteo.it si è ritagliato uno spazio nel mondo dell’informazione climatica, drammatizzando pioggia, afa, e grandine, arrivando a battezzare l’anticiclone africano di questi giorni “Apocalisse4800”, come la quota oltre la quale si posiziona lo zero termico. Questo modo di agire ha portato a una serie di reazioni tutt’altro che favorevoli da parte degli utenti del web. “Allarmisti”, “catastrofisti”, “incompetenti”, sono solo alcuni degli epiteti utilizzati.

“Il rischio di saturazione”
Coloro che invece ci accompagnano tutti i giorni tra anticicloni, temperature e allerte meteo valutano questo modo di agire “come delle informazioni decisamente sensazionalistiche, non adatte a una divulgazione sobria, pacata, che trasmette la grande serietà del momento, ma senza gridare ‘al lupo al lupo’”, commenta ai microfoni di Ticinonews Marco Gaia, responsabile del Centro regionale sud di MeteoSvizzera. “C’è il rischio di una certa saturazione da parte di coloro che ascoltano e leggono queste informazioni. Ecco perché noi cerchiamo di pesare veramente le parole, sia nelle situazioni “tranquille”, di tutti i giorni, sia in quelle in cui c’è del maltempo in atto, come quella che stiamo vivendo”.

“Dare i nomi alle tempeste? Aiuta la divulgazione”
Per quanto concerne invece il fatto di dare nomi a tempeste e anticicloni, “studi sociologici svolti su come le persone percepiscono e interpretano le allerte di pericoli naturali, mostrano come dare dei nomi aiuti a migliorare la divulgazione e la comunicazione di queste situazioni meteorologiche”, analizza Gaia. È per questo che in America da anni si “battezzano” gli uragani. “Lo si inizia a fare anche in Europa con le tempeste invernali e gli anticicloni. Ma si utilizzano appunto nomi propri, non si va cercare il termine mitologico, oppure quello che fa notizia”. Come si scelgono quindi le parole a Locarno Monti? “Ai nostri collaboratori che comunicano giornalmente, sia con i mezzi classici sia con quelli moderni, noi ricordiamo di essere un ufficio federale, e come tale la nostra credibilità passa attraverso la sobrietà e la serietà della comunicazione e della divulgazione scientifica. Un titolo per la giornata di ieri, ad esempio, potrebbe essere: ‘siamo nel mezzo di un’ondata di caldo che durerà ancora diversi giorni’”, conclude Gaia.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata