
Per festeggiare i primi dieci anni della Vedeggio-Cassarate, Ticinonews ha percorso la galleria in lungo e in largo, trascorrendo una mattinata in compagnia degli addetti alla sicurezza. Il tragitto svolto non è stato però quello che abitualmente compiono 25'000 macchine al giorno. Abbiamo percorso strade, rifugi e cunicoli lontani dalle luci delle automobili, una parte nascosta che ha come obiettivo quello di garantire la sicurezza. E a guidarci è stato proprio uno degli addetti, Luca Turra. “Quando c’è un evento in galleria, soprattutto un incendio, le persone, senza esitazione, devono ricordarsi di lasciare l’auto il più a destra possibile, con le chiavi inserite, e di dirigersi verso una delle porte verdi che consentono di mettersi al sicuro”, spiega Turra. Il locale, nella zona di sovrapressione, è ventilato. Se ci fosse un incendio, aprendo le porte la pressione farebbe tornare indietro il fumo, garantendo la sicurezza alle persone. “Queste porte sono concepite per resistere a temperature che definirei estreme, quasi 400 gradi per due ore. Una volta oltrepassate, si è veramente in tranquillità”.
La sicurezza come priorità
Il numero di persone che lavorano all’interno della struttura è variabile. Quando viene fatta la manutenzione, una volta all’anno, si può arrivare a una cinquantina di effettivi. La sicurezza è al centro di tutto ma, viene spiegato, una galleria può comunque essere pericolosa. “Non ce ne accorgiamo, perché siamo seduti comodi all’interno delle nostre auto, ben protetti, e anche psicologicamente siamo attorniati dall’acciaio e dunque ci sentiamo tranquilli, ma in realtà è una sicurezza effimera”, precisa Turra. “Se provassimo una volta a fermarci in galleria, in un momento in cui non c’è traffico, e ci guardassimo attorno, ci renderemmo conto delle sue dimensioni e dei potenziali rischi: parliamo di un luogo chiuso e quindi estremamente pericoloso in caso di evento. E tutto quello che c’è dietro e che non si vede, serve proprio ad aumentare la sicurezza e a dare la possibilità alle persone di sopravvivere in caso di sinistro”.
Una raccolta di imprudenze
La galleria è sorvegliata tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24. Telecamere, sensori e altri dispositivi tecnologici. L’insieme è poi collegato con la centrale del traffico di Camorino. Prima di concludere il viaggio ci spostiamo proprio dove c’è il cervello della galleria. Calcolatori, computer e tutto ciò che serve per la gestione. Questi schermi controllano quello che succede e di storie curiose ne hanno viste davvero tante...“ C’è un database pieno di sciocchezze commesse all’interno della galleria”, commenta Turra. “L’inversione di marcia è la più classica, quella che davvero si dovrebbe evitare di fare. Purtroppo c’è ancora chi non l’ha capito e la esegue. Ci sono state persone che sono invece venute a piedi o in bicicletta. Sono casi che disturbano il traffico, perché poi noi siamo obbligati a chiudere, ad andare a vedere cosa sta succedendo e a mettere in sicurezza. Se capita di sera, magari alle 17.30, la ripercussione sulla zona è immediata”.
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