
“La bevanda che resuscita i morti”. Titolava proprio così un trafiletto di un’edizione del 1936 dell’Eco di Locarno, nonché il soprannome dato al Capiler, una bevanda tipica del Locarnese che sta venendo riscoperta grazie al Locarno Film Festival, dove è stata distribuita agli ospiti in occasione della giornata di apertura. Per capire qualcosa in più sulla sua storia ne abbiamo parlato con l’appassionato Elio Moro. “Il Capiler è una bevanda importata a Locarno dalla Francia attorno al 1850, divenuta poi la bevanda di Locarno”.
Capiler
Per prepararlo si usa un’erba chiamata Capelvenere, “un espettorante che fa bene alla gola e ai raffreddori, ma è andata in disuso da parecchi decenni”. Elio Moro ha quindi deciso di recuperarla, rivederla e quindi riproporla per farla scoprire nuovamente. In passato, facendo sempre riferimento a quanto pubblicato sull’Eco di Locarno, il Capiler si era soliti berlo dopo cena al posto del caffè. Nelle vecchie case locarnesi con l’arrivo dell’autunno veniva infatti preparato lo sciroppo al Capiler all’interno di una grossa pentola in rame, e il suo aroma si mescolava con le prime caldarroste. Con il tempo questo nettare è andato perlopiù dimenticato, al punto da non essere conosciuto nemmeno dagli stessi locarnesi. Eppure, in passato, persino il Re del Carnevale – periodo di maggior consumo della bevanda – si chiamava Re Capiler. Il nome dato al re del Carnevale locarnese, ci spiega sempre Elio Moro, va ricondotto all’inizio del ‘900, “quando questa bevanda è arrivata a Locarno e si è deciso di chiamare il carnevale con il nome in dialetto del Capelvenere, quindi ecco spiegato Capiler”.
Come si beve?
A questo punto, sorge spontanea un’altra domanda: come è consigliato berlo? “Ci sono varie possibilità: si può prendere come aperitivo allungandolo con un po’ d’acqua per far scendere la gradazione alcolica, altrimenti come digestivo, sopra il gelato o anche un po’ nella tisana in quanto il caldo fa evaporare l’alcool ma lasciandone il sapore”. A poterlo provare dopo tanto tempo ci sono stati i presenti alla prima serata del Festival, e il riscontro – ci conferma Elio Moro – è stato ottimo. “Tutti l’hanno apprezzato, dando pareri positivi e facendo molte domande inerenti la bevanda. Continuerò quindi a produrlo e chi è interessato può contattarmi”.