Ticino
All’interno di un rifugio antiatomico ticinese
Lara Sargenti
2 anni fa
Nel nostro Cantone ci sono 120 rifugi pubblici che, assieme ai privati, possono ospitare il 98% della popolazione. I colleghi di Teleticino hanno visitato quello di Cresciano. Pedevilla: “I nuovi rifugi devono sempre garantire 50 posti letto per ogni evenienza”

Bunker antiatomici. Il tema è purtroppo tornato alla ribalta con la guerra a poche migliaia di chilometri di distanza da noi. Cantone e Confederazione non hanno mai smesso di lavorare negli anni, costruendo esempi virtuosi di rifugi. In Ticino i rifugi pubblici sono 120 e assieme ai privati possono ospitare il 98% della popolazione residente. I più grandi si trovano sotto l’Expocentro a Bellinzona (circa 900 posti) e, di costruzione più recente, sotto la Nuova Valascia (858 posti). I colleghi di Teleticino hanno visitato il rifugio pubblico di Cresciano, che può ospitare fino a 560 persone.

Il rifugio pubblico a Cresciano
Il bunker si trova sotto la scuola elementare. Non è un locale abbandonato: ci vengono regolarmente le scuole, le società comunali, l’unione contadini e addirittura un privato, che ha un suo studio musicale. Ma in caso di necessità, in poco tempo può essere usato per un regime di guerra. In un locale sono infatti depositati i letti da montare e le latrine a secco, che servirebbero per le persone che troverebbero rifugio a Riviera. “Cinque giorni è il termine minimo entro il quale il centro deve essere riconvertito”, spiega Ryan Pedevilla, capo sezione del militare e della protezione della popolazione, ai microfoni di Ticinonews. “Se ci fosse una reale necessità verrebbe allestito il prima possibile. In seguito, verrebbe migliorato e potenziato”. La peculiarità dei nuovi rifugi, aggiunge Pedevilla, è che devono sempre garantire 50 posti letto per ogni evenienza, per esempio in caso di scoscendimento, incendio o l’’evacuazione di una palazzina per qualche problematica.

La situazione nel nostro Cantone
Ma come funziona concretamente il sistema? Cosa succede in caso di reale minaccia, classificata come minima da Ryan Pedevilla? “La minaccia è relativamente bassa”, ha ribadito Norma Gobbi, intervenuto nel Tg di Teleticino. “Siamo previdenti come autorità e siamo pronti ad avere la disponibilità al 98%. Una cifra che può forse spaventare qualcuno visto che non abbiamo la copertura al 100% della popolazione. Ma in caso effettivo abbiamo comunque bisogno dell’impiego di militi, sia a favore dell’esercito che della protezione civile. Questo 2% sarebbe dunque assorbito nel funzionamento normale del paese”.

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