
“La situazione è catastrofica” senza mezzi termini l’AITI, associazione industrie ticinesi, ha lanciato oggi l’ennesimo grido d’allarme. Le imprese ticinesi hanno l’acqua alla gola, manca poco infatti alla fine dell’anno e al momento delle decisioni strategiche per il 2012. Insomma il tempo stringe e le imprese devono prendere le misure necessarie per garantire competitività e posti di lavoro. “Le possibili soluzioni anticrisi -ha sottolineato il direttore Stefano Modenini- vengono bloccate dall’atteggiamento dei sindacati che tergiversano e promuovono il conflitto tra le parti.” L’AITI ha inoltre denunciato l’atteggiamento del sindacato UNIA che ha pubblicato delle cosiddette Blacklist di aziende che hanno preso provvedimenti per contenere gli effetti negativi del franco forte. Misure come l’aumento dell’orario lavorativo e la parametrazione dei salari. E se non si raggiungerà un accordo con i sindacati le soluzioni alla crisi saranno drastiche. Ad affermarlo all’unisono, tre imprenditori di aziende con sede in Ticino. “Sarà inevitabile il verificarsi di licenziamenti di manodopera, delocalizzazioni all’estero e dismissioni di attività produttive.” [email protected]
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