Leventina
Airolo tende un’altra mano allo scialpinismo, ma la sicurezza sulle piste resta il nodo centrale
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Nicola Mona, direttore di Valbianca, sulla possibilità di destinare parte del comprensorio allo scialpinismo: “Un’idea interessante soprattutto in periodi con poca neve, ma è sempre una questione di convivenza tra chi sale e chi scende dalle piste”.

“È un modello replicabile, la chiave è l’adattamento”. Walter Bossi, direttore di Homeland, il primo comprensorio europeo senza impianti di risalita, descrive così alla stampa italiana il progetto che trova spazio a Montespluga, frazione di Madesimo (Valtellina). Un’idea nata durante la pandemia che “vuole anche essere una risposta alla carenza di neve e agli elevati costi necessari per mantenere un comprensorio di sci alpino, specialmente a bassa quota”. Sì, lo scialpinismo non è una novità, anzi, ma la domanda è se può rappresentare un salvagente per gli impianti ticinesi, oggi contrassegnati dal rosso che marca la chiusura della maggior parte delle piste. “Il concetto è interessante, è un bacino di potenziali clienti che ci interessa”, spiega Nicola Mona, direttore della Valbianca Sa, la società che gestisce gli impianti di Airolo-Pesciüm. “Si tratta di un’offerta che potremmo proporre in periodi come questo, dove la neve scarseggia”.  

“È una questione di convivenza e aspettative”

Sulle piste di Airolo “ci sono già molte persone che risalgono i tracciati con le pelli di foca”. Ma i nodi della questione restano due: sicurezza e aspettative. “Per implementare un modello simile, bisogna capire le esigenze delle persone: aspettarsi la presenza costante delle guide alpine e la messa in sicurezza dei pendii all’infuori delle piste tracciate richiederebbe un impegno maggiore e a tratti economicamente impossibile rispetto alla realtà attuale”, aggiunge Mona, che mette l’accento anche sulla convivenza tra scialpinisti e sciatori alpini. “Bisogna trovare la quadratura del cerchio per quanto riguarda la presenza di queste persone, un po’ come avviene d’estate tra escursionisti e mountainbiker. La sicurezza è fondamentale e si deve evitare uno scontro tra chi sale e chi scende dalle piste, così come possibili incidenti tra chi usa le pelli di foca e i cavi che tirano i battipista per preparare i tracciati”.

Airolo pensa ad un regalo agli scialpinisti

In ogni caso, ci anticipa il direttore, "ad Airolo stiamo valutando un’offerta concreta per gli appassionati di scialpinismo. Vogliamo destinare un locale accessibile ad ogni ora agli escursionisti, così da dare loro un posto dove cambiarsi e rifocillarsi”. Un dono destinato a chi risale i pendii con le proprie gambe “che potrebbe essere realtà tra non molto”.