
Da quattro a uno, senza ancora un nome chiaro in testa: “Val Mara” o “Basso Ceresio”? Domenica ad Arogno, Maroggia, Melano e Rovio si andrà alle urne per votare il progetto aggregativo, lanciato ufficialmente nel novembre 2017. Progetto che comprendeva inizialmente anche Bissone, che si è poi però tirato dopo una votazione in consiglio comunale. Durante l’estate i quattro sindaci hanno incontrato la popolazione, e ora si attende il verdetto popolare. L’aggregazione, se approvata, creerà un nuovo comune da circa 4’000 abitanti, circa 20km quadrati di superifice, un moltiplicatore al massimo del 85% e con sede amministrativa a Melano.
Parlano i favorevoli
“Personalmente non ho visto molti contrari all’aggregazione”, spiega Daniele Maffei, sindaco di Melano, intervistato da Teleticino. “Ci sono state delle voci critiche, magari più ad Arogno e a Rovio, ma complessivamente sono soddisfatto della reazione della popolazione. Questo progetto è concepito e inteso soprattutto per le regioni future. Noi se tutto va bene lo vedremo nascere ma non saremo noi a portarlo avanti. Per questo la paura va messa da parte: ci sono molti punti forti in quest’aggregazione e prima di dover subire magari un aggregazione forzata vogliamo decidere noi con chi aggregarci”.
La voce dei contrari
Le voci critiche, appunto, non mancano, ma fedeli all’opposizione all’aggregazione hanno deciso di lavorare in modo disgiunto. Tra di loro c’è Lorenzo Cavagliotti (non consigliere comunale di Maroggia, come inizialmente indicato e come appare nel servizio, ma membro del Plr locale): “Io come cittadino, con la sezione PLR di Maroggia, abbiamo deciso di difendere gli interessi di Maroggia. Vogliamo il bene per la nostra popolazione e non guardiamo al resto. Pensiamo ai nostri problemi, che conosciamo, e per questo non vogliamo esporci con un comitato contrario generale. Perché ogni comune ha le sue specificità. Come dice il progetto è un’aggregazione di opportunità e non di necessità. Al momento stiamo bene: perché dobbiamo aggregarci magari avendo complicazioni e più lontananza dalle autorità e delle istituzioni, con meno conoscenza del territorio?”
Alle urne l’ardua sentenza. Ma cosa succederà se uno dei quattro comuni dirà di no? “La decisione finale è del Gran Consiglio”, spiega Maffei, “e penso che valuterà anche a dipendenza di quale sia l’eventuale comune contrario e con che percentuale di voti”
Se volete esplorare meglio la questione e le argomentazioni di entrambe le parti, guardate il servizio di Teleticino:
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