
Il coronavirus obbliga agli amanti dei viaggi intercontinentali a stare fermi. Le agenzie di viaggio, a causa dell’emergenza sanitaria e dei vari blocchi imposti nei paesi di tutto il mondo, stanno registrando un calo del fatturato pauroso. Si stima un -80% e quasi 9’000 posti di lavoro a rischio. Un vero e proprio segnale d’allarme è arrivato dalle associazioni di categoria che pochi giorni fa hanno scritto al Consiglio federale per chiedere un aiuto concreto e urgente.
I colleghi di Teleticino sono andati all’Agenzia Lugano Viaggi di Viganello, nata nel 2011, per capire un po’ meglio la situazione.
Scaffali pieni di prospetti ma...
Gli scaffali sono pieni di prospetti che ora però non valgono più niente. “I viaggi non corrispondono più a quello che si può leggere, ormai è carta straccia”, così dice con rammarico Elena Vanossi-Poleti dell’Agenzia Lugano Viaggi. Le destinazioni, infatti, si possono contare su un palmo di una mano ma, Vanossi-Poleti conferma: “Non abbiamo nessun tipo di aiuto finanziario”. Infatti, di prodotti da vendere non ce n’è: “Viaggiare all’estero è diventato proibitivo per diversi motivi”.
Niente da vendere ma niente aiuti
Non solo nulla da vendere ma nei mesi del lockdown le agenzie di viaggio hanno passato il tempo a effettuare rimborsi e ad annullare viaggi di qualsiasi tipo. “Inizialmente non si aveva il polso della situazione tant’è che i viaggi di Pasqua si pensava di poterli posticipare all’estate. Non è stato chiarissimo da subito che la questione si sarebbe protratta per così tanto tempo. C’era anche una sorta di speranza”.
“Non vediamo la luce in fondo al tunnel”
La situazione con il passare dei mesi si è fatta più chiara e drammatica e “noi siamo sprofondati, non vediamo la luce oltre al tunnel”. Ma la speranza per il settore potrebbe arrivare mercoledì quando il CF si esprimerà sulle indennità di lavoro ridotto e sugli aiuti in generale. In Svizzera, infatti, sono 1’300 le agenzie che se non percepiscono aiuti rischiano il fallimento. “Ci aspetta una presa di coscienza e almeno la possibilità di sospendere le tasse, come il versamento oneri sociali e di protrarre gli aiuti fino alla fine dell’anno”, afferma Elena.
“Consiglio l’Italia”
Sulle destinazioni da consigliare Elena spiega: “Io mi sento di consigliare esclusivamente l’Italia e la Svizzera, ma è difficile che i clienti che arrivano per prenotare un hotel a Zermatt”. Sull’Italia Elena spiega: “Dubitiamo che venga messo come paese a rischio e quindi non è obbligatorio fare la quarantena al rientro”
“Da trent’anni è la prima volta che vedo una situazione del genere”
Elena è da 30 anni che lavora nell’ambito, di crisi ne ho viste tante ma di questa intensità mai. “È stato difficile l’11 settembre 2001, come gli attacchi di terrorismo in varie città negli anni successivi: ne abbiamo avuti diversi di episodi delicati ma si aveva sempre un’alternativa. Ora no”. Per far ripartire il settore, conclude Elena, “si spera nella medicina”.
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