
È approdato oggi, in aula davanti alle Assise correzionali di Lugano, il caso dei due agenti sospesi, a seguito di un intervento avvenuto l'8 maggio 2016 presso la discoteca Choco-Late di Lugano. I due, un caporale e un agente, erano intervenuti per fermare un giovane che stava creando problemi all'interno del locale, ma avrebbero usato la forza in modo sproporzionato. Ad accorgersene è stato un ufficiale che, leggendo il rapporto redatto sull'accaduto ha avuto dei sospetti, a seguito dei quali sono state avviate delle verifiche. Nei confronti di uno dei due c'è stato un non luogo a procedere, mentre l'altro è stato accusato di abuso di autorità.
Durante il processo è stato ripercorso l'intervento: i gestori della discoteca avevano chiamato la polizia per un avventore ubriaco che aveva urinato sulla macchina delle sigarette. Alla vista dei poliziotti il giovane ha cominciato a insultare gli agenti. Il poliziotto in aula racconta di aver chiesto più volte un documento all'uomo, ma non avendolo ricevuto lo ha messo al muro per effettuare i controlli. In seguito lo ha ammanettato e portato alla centrale.
"Perché tutti questi controlli?" ha chiesto il giudice Mauro Ermani, quando bastava un semplice documento. Il poliziotto ha risposto che aveva il sospetto che l'uomo avesse con sé sostanze stupefacenti.
In seguito sono state mostrate le immagini della videosorveglianza interna della centrale, in cui si vede il poliziotto sbattere a terra l'uomo ammanettato, trascinarlo e picchiarlo in presenza di altri 3 agenti.
"Che pericolo poteva creare un ubriaco e in manette?" ha chiesto il giudice. Il poliziotto ha risposto: "Siamo stati minacciati". Infine l'imputato ha ammesso: "Sono pentito di quanto avvenuto e intendo risarcire il danno provocato".
"I fatti documentano un uso della forza da parte di agenti nei confronti di una persona ubriaca e ammanettata nei loro uffici" ha tuonato il procuratore generale John Noseda. "È un abuso di potere e ingiustificato".
Nonostante le scuse, l'accusa chiede una pena di almeno tre mesi di detenzione per l'agente. La difesa invece vorrebbe il proscioglimento dell'imputato o, al massimo, una pena sospesa senza aliquote.
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