Politica
Affari, magistratura e politica, l'MPS: "Rapporti oscuri e preoccupanti"
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 mesi fa
Il Movimento per il socialismo ha allestito un corposo dossier in relazione alla vicenda Eolo Alberti, inviato all'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio al Consiglio di Stato. "La rilevanza penale e amministrativa di diversi fatti è forse discutibile, ma quella istituzionale è enorme", sostengono Matteo Pronzini e Pino Sergi.

Dopo le 23 domande presentate nell'agosto dello scorso anno al Governo e tuttora senza risposta, l'MPS torna alla carica con un altro atto parlamentare sulla cosiddetta "vertenza Eolo Alberti" e tutti i suoi addentellati, questa volta corredato da 64 domande. La vicenda - spiega Pino Sergi - si è infatti nel frattempo arricchita con nuovi e preoccupanti elementi sulla connivenza tra affari, politica e magistratura. "L'aspetto più grave di questa vicenda è che una faida avvenuta per motivi economici all'interno di un'azienda abbia dei collegamenti con alcuni politici importanti e l'agire di alcuni magistrati".

Scambio di favori e spartizione di posti

Sotto la lente dell'interrogazione ci sono i deputati Sabrina Aldi e Cristina Maderni, l'ex deputato Eolo Alberti, Claudio Camponovo e il figlio Alvaro. Tutti quanti - in estrema sintesi - si sarebbero scambiati favori, con in particolare un posto nel Consiglio d'Amministrazione dell'Ente Ospedaliero cantonale per Alberti, un contratto ben remunerato presso Hospita Suisse ad Aldi e il posto di procuratore pubblico in quota Lega per Alvaro Camponovo. Ma sul "banco degli imputati" finiscono anche i due consiglieri di Stato leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali, venuti a conoscenza dei fatti attraverso un rapporto redatto proprio su incarico della Lega dall’avvocato Enea Petrini. Per questo - spiega Matteo Pronzini - l'interrogazione è stata inviata anche all'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio con la richiesta di intervenire: "L'alta vigilanza sul Consiglio di Stato e sulla Magistratura è di competenza del Gran Consiglio, che si deve porre la domanda se Gobbi e Zali, una volta venuti a conoscenza di questa spartizione dei posti, siano intervenuti o meno. E a me non risulta". Gli fa eco Pino Sergi: "Gobbi non ha denunciato, come forse avrebbe dovuto, queste combine che si stavano facendo e che ponevano un problema di moralità politica pubblica che non si vede da tempo".

“Inchieste chiuse troppo frettolosamente”

Benché il suo nome non appaia nel titolo dell'interrogazione, Pronzini e Sergi puntano il dito anche verso il Procuratore generale Andrea Pagani, reo di aver aperto e poi chiuso – con un non luogo a procedere e un abbandono – due fascicoli che riguardavano anche Alvaro Camponovo, nominato tra le polemiche procuratore pubblico nel marzo dello scorso anno. Inchieste chiuse "troppo frettolosamente" che hanno come oggetto l'utilizzo di un'auto e relativa benzina e di una tessera dell'HCL a spese di Hospita Suisse, ma anche la violazione del segreto d'ufficio nell'ambito di un'operazione finanziaria della stessa ditta.