
“Me lo ricordo molto bene, l'abbiamo vissuto con entusiasmo, anche perché era il primo giornale in tutta la Svizzera disponibile in tre lingue nazionali. Un giornale stringato, molto piccolo e breve che permetteva una rapida lettura. Rammento anche che i primi giorni veniva consegnato a mano alle persone per dire ‘guardate: c'è il nuovo 20 Minuti’”. Gratuito, snello, conciso. Come ricorda Omar Milani, vicedirettore di Tio/20Minuti, al momento della sua prima pubblicazione – nel 2011 in Ticino, ma già presente nel 1999 nella Svizzera tedesca – il quotidiano 20 Minuti (20 Minuten e 20 Minutes) rappresentò una sorta di rivoluzione nel panorama mediatico nazionale. Accolto con favore dalla popolazione, per qualche tempo ribattezzato “il giornale dei pendolari”, rimarrà iconico, insieme alle famose cassette blu, simbolo di una storia durata 14 anni e che ora entrerà a pieno titolo nella storia, accolto nelle collezioni del Museo nazionale svizzero e di quello della comunicazione di Berna.
Presenti in digitale
Per Milani la cosa maggiormente interessante di questo quotidiano “era il vedere la gente recarsi ogni giorno alla cassetta blu per prendere il giornale e poi leggerlo per strada, al bar o sui mezzi pubblici”. Una storia che si è chiusa ieri, ma solo nella sua versione cartacea. Perché – come cita l’ultima prima pagina – “La notizia non si ferma”. E così, sull’onda del più generale processo di riorganizzazione del mercato della stampa – rivolto a una sempre più massiccia digitalizzazione – da oggi 20 Minuti prosegue la sua storia, ma solo online. “Da oggi noi continuiamo come Ticinonline sul nostro sito internet, sulla nostra app Tio mobile, sui social e sui canali WhatsApp. Per noi, dunque, non cambia nulla”.
Nessuna riorganizzazione
Le redazioni d’oltre Gottardo hanno annunciato dei tagli, ma la sede di Savosa non è interessata. Tuttavia, questa chiusura cambierà inevitabilmente anche l'organizzazione della redazione ticinese. “Cambierà, ma in meglio. Come detto, noi continueremo con le nostre piattaforme a informare i lettori, che sono la cosa più importante. Probabilmente daremo maggiore importanza ai contenuti multimediali”, conclude Milani.
